NICOAL PALMA
Cronaca

Jhoanna strangolata dal compagno. Club per scambisti, video estremi e amante: la vita parallela di Pablo

Chiuse le indagini sul femminicidio della babysitter salvadoregna, la Procura chiede il processo immediato. L’uomo l’ha picchiata e strozzata, poi si è disfatto del corpo nel luogo in cui faceva le grigliate con gli amici

Jhoanna Nataly Quintanilla Valle. A destra, i rilievi dei carabinieri

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Milano, 6 agosto 2025 –  Una vita parallela. Un’esistenza nascosta. Un mondo che Pablo Heriberto Gonzalez Rivas condivideva con persone vicine e lontane, ma non con Jhoanna Nataly Quintanilla Valle.

Le indagini sull’assassino reo confesso della compagna salvadoregna di 40 anni, per il quale il 28 luglio l’aggiunto Maria Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo hanno chiesto il processo con giudizio immediato, hanno scavato a ritroso nella quotidianità dell’operaio quarantottenne, scoprendone i lati oscuri e svelando una parte di lui che la donna ignorava. Gli approfondimenti dei carabinieri del Nucleo investigativo hanno fatto emergere che da almeno due anni Rivas era iscritto a uno dei club di scambisti più noti della città: il nome inserito nei registri non consente di capire in quante occasioni l’uomo sia entrato nel locale, ma di sicuro nell’elenco non figuravano le generalità della quarantenne. E ancora: l’analisi dei dispositivi elettronici sequestrati all’uomo ha intercettato diversi file video con contenuti sessuali estremi.

E poi c’è la donna con cui Rivas aveva una relazione a distanza: l’uomo aveva già acquistato il biglietto aereo per farla imbarcare su un volo in partenza dallo Stato centramericano con destinazione Milano. Un volo che l’amante non ha mai preso, visto che proprio in quei giorni di fine gennaio 2025 si è diffusa la notizia della scomparsa di Jhoanna Nataly. La ricostruzione degli specialisti della Omicidi via Moscova, guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, racconta che la babysitter è stata uccisa nella tarda serata del 24 gennaio.

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La coppia attende ospiti nell’appartamento che condivide da sei anni al piano terra di piazza dei Daini 4/2, ma l’uomo li avvisa che è meglio rimandare: troppa tensione nell’aria. Tra i due c’è un litigio, che culmina con l’aggressione letale: l’ipotesi degli inquirenti è che Rivas abbia colpito la quarantenne alla testa con un oggetto metallico, provocandole la frattura delle ossa nasali, per poi metterle le mani al collo e soffocarla. La rottura dell’osso ioide, evidenziata dall’autopsia, dà la prova dello strangolamento, anche se il salvadoregno, difeso dall’avvocata Paola Selleri, dà una versione alternativa: “L’ho uccisa io, ma non volevo: stavamo facendo un gioco erotico. Quando mi sono accorto che non respirava più, sono andato nel panico e ho deciso di disfarmi del cadavere”.

Alle 0.36 del 25, un’amica di Jhoanna riceve un messaggio dal numero della babysitter: per gli investigatori è Rivas a mandarlo, per far credere che la compagna sia ancora viva. Le immagini immortalate dalle telecamere del complesso residenziale in zona Bicocca certificano che all’1.52 l’uomo esce dall’abitazione e si dirige verso la cantina, per poi ricomparire cinque minuti dopo con un borsone a tracolla. Alle 2.41, esce nuovamente di casa e si dirige verso i box; tre minuti dopo, rieccolo al volante della sua Punto, parcheggiata in cima alla rampa. Un minuto dopo, tira fuori dall’abitazione lo stesso borsone, lo trascina a fatica per pochi metri e lo carica sui sedili posteriori: dentro c’è il corpo di Jhoanna.

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Alle 2.47, l’uomo riporta l’auto nel box, rientrando nel monolocale alle 3.32. Un’ora dopo, alle 4.39, il telefono di lei si spegne. In mattinata, Rivas esce in macchina, ma resta in zona: è in quel lasso di tempo che cerca un altro box da affittare, chiedendone la disponibilità a un amico. Alle 18.33, Rivas riprende la Punto e parte: si dirige verso est, attraversando Bresso, Gessate e Inzago; alle 20.01 e 59 secondi, la Fiat è sulla Statale 11 Padana Superiore, direzione Cassano d’Adda. Trentatrè minuti dopo, l’auto è sulla via del ritorno.

Passeranno altri sei giorni prima che l’assassino, sollecitato da una conoscente di Jhoanna, si rechi in caserma per sporgere denuncia di sparizione. Le ricerche si concludono il 2 marzo, quando due pescatori avvistano il corpo della quarantenne nell’Adda. La corrente l’ha trascinato fino a Zelo Buon Persico, ma il compagno ha gettato il trolley a Cassano, a due passi da un’area che conosce bene: ci andava con gli amici a fare le grigliate.

Il funerale di Jhoanna Nataly si è tenuto in patria lo scorso 16 maggio, come mostrano i video postati sui social dalla zia Faty: “Confido in Dio che sarà fatta giustizia per il suo santissimo sangue versato, che sarà fatta giustizia per la mia povera figlia”, lo straziante addio.