
Il fiore all’occhiello? Sicuramente gli asili nido, il benessere dei più piccoli deve essere al centro. Da sempre in prima linea contro Pedemontana: "Un progetto superato che porterà solo inquinamento".
"Siamo la città delle famiglie". Il sindaco Simone Sironi non ha dubbi: Agrate, capitale del chip, ha a cuore i bambini.
Il vostro fiore all’occhiello?
"I nidi. Il benessere dei più piccoli è al centro di tutto e permette ai genitori di conciliare vita privata e lavoro. È un servizio che si muove su più direttici: sociale e sostegno al lavoro".
A settembre arriverà la prima scuola superiore nella storia della città.
"Un progetto che condividiamo con la Provincia. Il Floriani traslocherà da Vimercate. Un altro punto di svolta per noi".
Come definirebbe la vita della comunità?
"Uso una parola che i nuovi residenti mi ripetono spesso: armoniosa. Qui, c’è tranquillità".
Eppure siete uno dei motori industriale della Lombardia e quindi d’Italia: ospitate St, il colosso dei semiconduttori. Nel solo sito di via Olivetti sono al lavoro 5.300 persone. Ma ci sono altri grossi nomi: Technoprobe, Intercos e Star.
"Il tessuto produttivo è fortissimo, Agrate è una città di giganti e di filiere. I grossi hanno creato ecosistemi dei quali fanno parte tante piccole imprese, il fatturato complessivo supera i 6 miliardi l’anno, è il terzo in Brianza, dopo Monza e Vimercate. Marchi come Star hanno portato il nome della città nel mondo. Nel tempo abbiamo costruito un equilibrio fra questo patrimonio e l’ambiente. Abbiamo 12 parchi".
E il traffico?
"Dai tempi della Teem combattiamo per avere il raccordo fra l’A4 e la Tangenziale Est: tuttora i mezzi pesanti che fanno la spola fra l’una e l’altra attraversano la città. Agrate è un caso unico con un casello in centro".
Siete in prima linea contro Pedemontana.
"Da sempre. È un progetto vecchio che non risolverà i problemi della viabilità, distruggerà il parco Pane e si porterà in dote inquinamento".
Tra le iniziative che avete strutturato nel tempo per aiutare chi è in difficoltà c’è il fondo “Due spiccioli” con la parrocchia.
"Dà una mano a chi non riesce più a pagare mutui e bollette, nacque da un’intuizione don Mauro Radice".
Avevate anche una Consulta migranti?
"Siamo stati fra i primi a crearne una per favorire l’integrazione, gli stranieri sono il 10% della popolazione, ma adesso è chiusa. Il processo è compiuto. Anche in campo culturale abbiamo fatto scelte controcorrente".
Ad esempio?
"L’acquisto del Duse dalla Curia, il teatro da ristrutturare e trasformare in una sala a disposizione del territorio. Un progetto milionario e delicato per il significato che avrà per tutta l’area".
Durante il Covid siete stati i primi a organizzare un centro vaccinale, l’anno prossimo avrete una Casa della Comunità.
"Sarà inserita nel polo socio-sanitario di via Lecco: riunisce servizi pubblici e convenzionati, un’offerta tagliata su misura per i pazienti che si va ampliando".
Bar.Cal.