BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La morte di Lorenzo Rovagnati: l’elicottero precipitato a 163 chilometri orari dopo il decollo. Dalle foto spunta un danno al rotore

Le ipotesi sul tavolo dell’incidente costato la vita all’imprenditore brianzolo: il problema potrebbe essere anche l’esito dell’impatto a 88 nodi. “Quella sera a Parma visibilità limitata a cento metri”

L’imprenditore scomparso nell’incidente in elicottero Lorenzo Rovagnati con la mamma Claudia e il fratello Ferruccio

L’imprenditore scomparso nell’incidente in elicottero Lorenzo Rovagnati con la mamma Claudia e il fratello Ferruccio

Biassono (Monza), 20 luglio 2025 – “Un danno a uno degli attuatori del rotore principale”. I tecnici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo stanno lavorando all’analisi dell’incidente aereo costato la vita a Lorenzo Rovagnati, quarantunenne amministratore delegato del colosso alimentare brianzolo, e ai due piloti, Flavio Massa, 59, e Leonardo Italiani, trentenne, che erano a bordo dell’elicottero dell’imprenditore, precipitato a pochi metri dalla tenuta di famiglia a Castelguelfo di Noceto, nel Parmense. È una delle constatazioni contenute nella relazione preliminare su quanto avvenuto il 5 febbraio, intorno alle 19. Un documento che “contiene i fatti determinati al momento della sua pubblicazione. Per informare gli operatori aeronautici e il pubblico sulle circostanze generali dell’incidente”.  

Il relitto, con l’elica di coda intatta e la trave spezzata, del velivolo su cui si trovava Lorenzo Rovagnati
Il relitto, con l’elica di coda intatta e la trave spezzata, del velivolo su cui si trovava Lorenzo Rovagnati

L’inchiesta a Parma 

Non un mezzo per attribuire responsabilità e per identificare le cause. Queste arriveranno dall’inchiesta penale della Procura di Parma, tuttora in corso. Finora, però i tecnici dell’Ansv sono riusciti a identificare circostanze e condizioni dell’elicottero. Fra le immagini riportate nel documento, una evidenzia uno degli attuatori del rotore principale, danneggiato. Non è dato sapere, tuttavia, se il problema si sia verificato prima o dopo l’impatto. Gli esperti non si esprimono, ma questo aspetto, su cui lavorano gli inquirenti, potrebbe essere utile a comprendere i motivi della sciagura. Due le cause ipotizzate nell’immediatezza: un problema umano, malore o errore legato anche alla scarsa visibilità, o guasto. Tutti da approfondire. Resta la sequenza dei fatti individuata da Ansv. "L’elicottero – si legge nel documento – era decollato dalla piazzola per effettuare l’ultima tratta di un percorso (Arcore-Faenza-Sala Baganza-Noceto-Arcore) che veniva ripetuto di frequente”. 

Nel pomeriggio del 5 febbraio 2025 l’elicottero è precipitato a soli 190 metri dalla piazzola di decollo nella tenuta dei Rovagnati a Castelguelfo di Noceto
Nel pomeriggio del 5 febbraio 2025 l’elicottero è precipitato a soli 190 metri dalla piazzola di decollo nella tenuta dei Rovagnati a Castelguelfo di Noceto

Cos’è successo quella sera 

Rovagnati tornava a casa, in quella brumosa sera. La triangolazione fra Arcore, dove il mezzo atterrava a due passi dalla villa di Biassono, Sala Baganza, dove l’azienda di famiglia ha uno stabilimento, e la tenuta di Castelguelfo, era abituale, come rilevano i tecnici. Anche se le condizioni del meteo non erano perfette. Gli esperti dell’agenzia hanno verificato che “alle 17.50 Utc” ovvero le 18.50 dell’ora italiana, "era prevista nebbia con visibilità orizzontale di 100 metri e cielo invisibile”. C’era luce, ma non il sole: “Il tramonto è avvenuto alle 16.33 Utc, le 17.33 locali”. Il volo, come cristallizzato dagli strumenti di bordo, comincia alle 18.48. “Il termine di registrazione delle Idu”, i display digitali dell’elicottero Agusta-Westland, “è avvenuto alle 17.51 Utc”, ovvero alle 18.51, tre minuti dopo la partenza. Il mezzo decolla perfettamente allineato alla traiettoria prevista, con “assetto livellato su questo asse”.

Lorenzo Rovagnati ha perso la vita, nell'incidente avvenuto il 5 febbraio 2025, assieme ai due piloti Leonardo Italiani e Flavio Massa
Lorenzo Rovagnati ha perso la vita, nell'incidente avvenuto il 5 febbraio 2025, assieme ai due piloti Leonardo Italiani e Flavio Massa

Due minuti dopo comincia a disallinearsi: l’angolo di Pitch, che misura la salita e la discesa della prua di ogni velivolo, comincia a essere negativo. "Alle 18.51 lo è di 32 gradi”. L’Aw109Sp si inclina verso il basso. La “groundspeed risultava pressoché nulla”. Ovvero la velocità al suolo era quasi a zero, per “aumentare progressivamente fino a 88 nodi”, circa 163 chilometri orari. L’impatto avviene con la terra arata del campo.   

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L’impatto col muso 

“Le tracce al suolo appaiono riconducibili a un primo contatto con il ruotino anteriore – scrivono i tecnici –, che ha generato un solco nel terreno bagnato della lunghezza di circa 1,6 metri, con una profondità massima di circa 75 centimetri e larghezza iniziale compatibile con quella del nose dell’elicottero”. Insomma, il mezzo impatta con l’intero muso. Nella terra resta il ruotino spezzato. “Il resto del relitto si trovava a una distanza di circa 25 metri dal punto di collisione”. Ovvero a "193 metri dalla piazzola di decollo”. “La trave di coda, contenente l’albero di trasmissione al tail rotor (il piccolo rotore di coda), si mostrava spezzata, capovolta e avanzata lateralmente a destra rispetto alla prua dell’elicottero. Le pale del rotore di coda non presentavano danneggiamenti elevati”. A terra, i rottami rossi e bianchi e le carte, decine di fogli, sparsi a raggiera sulle zolle scure e umide. Poi, l’unica nota alla quale gli autori della relazione attribuiscono anche una segnalazione visiva. Inseriscono una foto e in circolino rosso, ovale, che evidenzia un punto sotto l’innesto della grande elica.  

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L’analisi tecnica sull’incidente 

"Le quattro pale sono rimaste solidali alla testa del rotore principale, con frammenti delle stesse proiettati in un ampio raggio – scrivono –. I leverismi associati alle catene dei comandi della testa rotore si mostravano continui e relativamente in buone condizioni a eccezione di uno dei main rotor actuators. Due smorzatori di vibrazione risultavano danneggiati". Gli attuatori principali sono quelli che servono a imprimere, cambiando la posizione delle pale, la direzione all’aeromobile. I tecnici non avanzano alcuna ipotesi.

L’attuatore potrebbe essersi rotto dopo l’impatto con il suolo, che potrebbe essere frutto di un errore come di un problema di visibilità. Del resto, non c’è la scatola nera: per questi mezzi non è obbligatoria. Anche su questo lavora la Procura di Parma. Di certo, Rovagnati quella sera voleva tornare rapidamente a casa. Forse anche perché intendeva stare accanto alla moglie, Federica, che stava per dare alla luce la loro figlia, Sofia. La piccola è nata sette giorni dopo. Ma il padre non c’era già più.