
Villa Tittoni a Desio
Desio (Monza) – Una città che ha subito una profonda trasformazione: per molti versi è ancora un po’ in cerca di una sua identità, ma ha davvero molto da offrire. Desio, se dovessimo fare una graduatoria delle città attraenti della Brianza, sarebbe davvero nella colonna di sinistra tra le realtà da prendere in considerazione. Intanto ha già dato prova di maturità nel corso degli anni.
Era la città industriale per eccellenza della Brianza. Quando si faceva il nome di Desio si pensava all’Autobianchi. C’erano anche altre realtà produttive di rilievo, ma di certo l’azienda automobilistica aveva un’importanza nazionale e internazionale. Chiuso lo stabilimento, Desio ha avuto la forza di non sparire. Non è diventata la città da record delle aree dismesse. Non è diventata nemmeno terra di conquista dei centri commerciali. Ha avuto invece la forza di non rinnegare la sua vocazione per il mondo del lavoro e, su quella stessa area in cui sorgeva la grande azienda, c’è stato il miracolo del Polo Tecnologico Brianza: ha moltiplicato il numero delle aziende, ora sono più di un centinaio, che continuano a dare lavoro a migliaia di persone. Visto com’è andata altrove, è stato un risultato incredibile. Qui, oltretutto, non c’era da misurarsi soltanto con un pezzo di storia che spariva e con un’area che rischiava di rimanere abbandonata. Ad appesantire il compito c’erano anche le realtà limitrofe.
A nord Seregno, la città con maggiore vocazione commerciale in Brianza; a est Lissone, terra del legno arredo e del design; a ovest quella Cesano Maderno rampante che ha fatto un salto di qualità e ora è riferimento in Brianza per la cultura. Desio si è ritagliata un suo spazio. È diventata la città dei servizi. Poi, col tempo, è stata capace di mettere in vetrina tutte quelle caratteristiche che prima venivano offuscate dal nome Autobianchi.
C’è innanzitutto il Banco Desio: in un’epoca in cui tutti per sopravvivere devono aggregare, ha avuto la forza di inglobare altri gruppi bancari e di recitare il ruolo di protagonista. C’è una maestosa Villa Tittoni col suo notevole parco, una volta conosciuta solo dai desiani, che grazie a stagioni estive si è fatta conoscere in tutta la Lombardia e apprezzare anche dai giovani. Ci sono tante piccole e grandi attività, anche chicche come il museo di Pio Mariani nell’abbazia francescana duecentesca, citato perfino nel sito ufficiale del ministero della Cultura.
Desio deve fare un ultimo grande passo, quello di riuscire a recuperare la sua storia e la sua identità. Per affrontare il futuro deve acquistare consapevolezza di quello che è il suo passato e il suo ruolo. Intanto, però, tutti hanno scoperto che oltre l’Autobianchi e la sua catena di montaggio, spariti definitivamente ormai da decenni, c’è una comunità viva, accogliente, fiera. Comunità operaia, nel senso migliore del termine. Tutti qui si rimboccano le maniche e, nella città che ha dato i natali a Papa Pio XI, dove il senso religioso è ancora forte e dove la basilica ha ancora un ruolo centrale nella vita quotidiana, si è abituati a guardare alle necessità degli altri e a non lasciare indietro nessuno. Desio ha tanto da dare, quando si convincerà delle sue possibilità avrà anche tanto da dire.