ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Da Milano a Lugano, Letizia Ragaglia direttrice del Masi: “Credo nelle contaminazioni positive”

Al timone da primavera: “Opere e pubblico, museo e comunità. Non servono demonizzazioni. L’attenzione per le donne è per me una cosa naturale oltre che doverosa”

Letizia Ragaglia nominata alla direzione del MASI Museo d’Arte della Svizzera italiana con sede a Lugano

Letizia Ragaglia nominata alla direzione del MASI Museo d’Arte della Svizzera italiana con sede a Lugano

Lugano – Congratulazioni, Letizia Ragaglia, per la nomina alla direzione del MASI (Museo d’arte della Svizzera italiana) di Lugano. Quando entrerà in carica?

“Nella primavera 2026. E sono già impaziente di iniziare questa nuova avventura in una realtà stimolante”. Da Milano, Lugano è una meta perfetta per la gita di un giorno, e il MASI potrebbe diventare sempre di più il punto di riferimento culturale di questo itinerario. Come coinvolgere una comunità sempre più ampia?

“Credo molto nelle “contaminazioni” positive specie tra opere e pubblico, ma anche tra il museo e una comunità. Un libro recente di una critica statunitense che stimo molto, “Disordered Attention“ di Claire Bishop, fa notare che i musei non sono più unicamente luoghi di contemplazione, ma anche di fruizione più dinamica. Molto spesso, durante una visita, mandiamo immagini ad amici, persone care, per condividere l’esperienza. E chi ha oggi la responsabilità di un museo deve tenere conto anche di questi aspetti, senza demonizzarli. Tra i canali di approccio nuovi da trovare, credo efficace l’interdisciplinarietà”.

Farà tesoro delle precedenti esperienze in Italia e all’estero?

“Nel mio percorso ho sempre amato il lavoro con le collezioni. Sia al Museion di Bolzano che al Kunstmuseum Liechtenstein di Vaduz l’architettura non prevede uno spazio per mostrarle in maniera permanente. Perciò, ho fatto allestire mostre tematiche e favorito il dialogo con altre collezioni: Bolzano in dialogo con quella del Migros Museum di Zurigo, o del Goetz di Monaco; riuscita anche la mostra in cui Massimo Bartolini e Stefano Arienti hanno portato le opere fuori dai depositi, nei piani espositivi, o quando Francesco Vezzoli ha letteralmente re-incorniciato le opere del museo. A Vaduz invece ho lanciato il formato “Artist Choice” (la scelta dell’artista): per esempio, lo sguardo femminile di Bethan Huws su Marcel Duchamp. Anche la collezione del MASI vivrà narrando storie sempre nuove”

Da Tobia Bezzola, che andrà in pensione e lei arriva a sostituire, ha ricevuto suggerimenti?

“Stimo molto il lavoro da lui svolto e concordo con lui su quanto sia importante il ruolo del museo per lo sviluppo della scena artistica ticinese. Terrò presente questo suo statement, anzi, sono convinta che il museo sia importante per lo sviluppo della regione tout court”.

Nella sede di Palazzo Reali, fino al 12 ottobre, una mostra è dedicata al fotografo Eugenio Schmidhauser, che ha plasmato l’immaginario del Ticino (o Malcantone) di inizio secolo, contribuendo alla promozione del turismo locale

“Ho visto con interesse la mostra, ma spero di non deludere chi legge: il Malcantone, splendore alpino e dolcezza mediterranea, è ancora da scoprire, da me in primis!”.

Lo aveva scoperto Totò, che a Lugano veniva spesso a rilassarsi. Riguardo invece alla promozione dell’arte locale, ricordiamo che nella sede LAC, fino al 20 luglio, è in programma la prima mostra personale che un museo svizzero dedica a Louisa Gagliardi, una delle voci svizzere più interessanti della scena contemporanea. Continuerà anche lei a dedicare attenzione alle donne?

“L’attenzione alle artiste per me è naturale, oltre che doverosa”.

Fino al 10 agosto, sempre nella sede LAC, sono in dialogo opere note e meno note degli elvetici Ferdinand Hodler e Filippo Franzoni, L’amicizia tra i due contribuì all’integrazione dei ticinesi nel contesto artistico svizzero, superando la tendenza a guardare soprattutto verso Brera e l’Italia. Ma sinergie con Brera il MASI potrebbe tornarle a svilupparle?

“Non sono a conoscenza che siano già state sperimentate, ma certamente ci sono tante possibilità di collaborazione da esplorare, non vedo l’ora!”.