
Barbara Bouchet, a Ferragosto saranno 81 bellissime primavere: “Ma niente feste, l’anno scorso ne ho fatte tre”
Milano – ‘Milano calibro 9’, 53 anni dopo, è già sold-out. Questa sera apre la nuova rassegna targata Cineteca Milano, ’Tutto il bello del cinema’, nel cuore del Castello Sforzesco. “Per forza, è diventato un film iconico”, sorride l’attrice Barbara Bouchet, nei panni della femme fatale Nelly. “Anch’io sono stata costretta a rivederlo quattro o cinque volte”.
Solo quattro o cinque volte?
“Non amo mai rivedermi nei film, in genere una volta mi basta, a meno che non li riveda da così tanto tempo da non ricordarmi le battute. L’ultima volta che ho riguardato Milano Calibro 9 è stato al festival di Rimini. E qualche giorno fa - sul canale 34 - è ripassato per la centesima volta pure ’La moglie in vacanza... l’amante in città’”.
Un aneddoto dal set?
“Mi ricordo il ballo, in questa discoteca. Eravamo tutti chiusi dentro a girare, nessuno avrebbe dovuto sapere del film. E invece... il giorno dopo era già sul giornale”.
Discoteca milanese?
“Macché, romana, spacciata per milanese. Come tutte le mie scene”.
Il primo ricordo che le viene in mente?
“Gastone Moschin mi doveva dare uno schiaffo, da copione. Gli dissi: “Mi raccomando dammelo in modo che sembri vero eh, non troppo, ma per farmi sentire la reazione”. Che dire? Me lo diede proprio bene...”.
Ricorda l’ingaggio?
“È successo cent’anni fa, chi se lo ricorda. I ricordi affiorano quando succedono cose fuori dal comune, non se tutto va liscio”.
È un film che ha segnato la sua carriera?
“Intendiamoci, ho amato quel film, ma credo lo siano stati di più quelli che per me hanno significato uscire dalla fase dei film ’da commedia sexy’. Penso per esempio a ’Per le antiche scale’ di Mauro Bolognini. Scoprirmi in quei ruoli, poterne incarnare uno bellissimo con Marcello Mastroianni... è stato fantastico. Film che però non ripassano così spesso in tivù”.
Le stava stretta l’immagine di icona sexy?
“A 39 anni ho detto basta: “Non mi vedo più in questi ruoli, son sempre quelli... me ne vado dal cinema e torno tra dieci anni, quando sono una signora che non può più fare film sexy”. Mi ero data 10 anni di tempo, ce ne ho messi 20. Ho ricominciato a 60 anni, con Martin Scorsese”.
Si aspettava così il suo ritorno al cinema?
“Insomma, di cinema in quel periodo ne facevo poco rispetto agli anni Settanta, ma è subentrata la tivù e sono entrata nel mondo delle fiction. Ho sposato uno sbirro e via così fino ad oggi, ricoprendo finalmente il ruolo di una signora di una certa età. Niente più trucchi, né problemi di bellezza. Il personaggio che preferisco a questo punto della mia vita”.
Film nel cassetto?
“Ce n’è uno in arrivo, ’Finale Allegro’, della regista Emanuela Piovano: bello e complicato. Le riprese sono già finite, il film è pronto e attende la piattaforma giusta. Sarò una pittrice. E sta per tornare la fiction ’Fragili’, con Corinne Clery. Sono una signora di una certa età con l’Alzheimer, un po’ bizzarra. Mi diverto a interpretare personaggi diversi da me e non mi preoccupo più di essere truccata e pettinata. Il mio esempio di attrice è Helen Mirren, che ha appena compiuto 80 anni: una donna che non nasconde le rughe e lavora sul personaggio come piace a me”.
Fiera delle sue primavere.
“A Ferragosto sono 81”.
Come festeggerà?
“No, no, niente feste, ho già dato l’anno scorso. Ne ho fatte tre: una a Roma, una in Sardegna, una a Milano”.
Torna spesso a Milano?
“Sono una pendolare: vengo a trovare le nipotine, mio figlio (Alessandro Borghese, ndr) e le mie amiche. Ne ho tantissime a Milano, che vedo sempre ben volentieri”.
Che rapporto ha con la città?
“Freddo è l’inverno, calda l’estate. È una città per chi lavora, non è Roma. Roma è più easy. Milano è più come New York: un “tatatan, tatatan, tatatan“, tutti che corrono. Io non so se potrei mai viverci, a meno che si presenti un’occasione, non trovi un set oppure un fidanzato milanese”.
Da non escludere...
“Mai escluderlo!”.
Che ruolo vorrebbe interpretare oggi Barbara Bouchet?
“Sogno un ruolo da cattiva. Anzi, cattivissima. Nella vita non lo sono neanche un po’. È proprio per quello che lo desidero tanto”.