NICOLA PALMA
Cronaca

Zone rosse a Milano, negata la sospensiva. I giudici: prevale l’ordine pubblico

Il Tar ha respinto la richiesta di stop immediato alla proroga del provvedimento fino al 30 settembre. Ora si attende la decisione di merito sul ricorso della Camera penale e delle associazioni Asgi e Naga

Zone rosse, i controlli delle forze dell'ordine

Zone rosse, i controlli delle forze dell'ordine

Milano  – Le zone rosse restano attive. I giudici del Tar hanno respinto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Camera penale di Milano, dalle associazioni Asgi e Naga e dall’avvocata di un trentenne gambiano che l’11 aprile si è visto recapitare dalla Polfer un ordine di allontanamento dalla Centrale. Sulla base di una direttiva del Viminale, poco prima di Capodanno il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Claudio Sgaraglia, ha istituito il divieto di stazionamento in alcune zone della città per “soggetti che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti” e già “destinatari di segnalazioni dell’autorità giudiziaria” per reati come spaccio, furto o rapina.

Un provvedimento di tre mesi sperimentato nei pressi delle stazioni Centrale, Garibaldi e Rogoredo, in piazza Duomo e sui Navigli. Alla scadenza del periodo di test, Palazzo Diotti ha prorogato le zone rosse fino al 30 settembre, aggiungendo all’elenco via Padova, le Colonne di San Lorenzo e il quartiere dei Fiori di Rozzano. Proprio quell’atto, datato 27 marzo, è stato impugnato dai legali di Camera penale, Asgi e Naga, con richiesta di sospensione dell’esecuzione del provvedimento.

Approfondisci:

Milano, crescono le “Zone rosse”: tre aree in più sotto controllo e sei mesi di proroga. Cosa significa

Milano, crescono le “Zone rosse”: tre aree in più sotto controllo e sei mesi di proroga. Cosa significa

In attesa di pronunciarsi nel merito della questione, nelle scorse settimane il collegio presieduto da Antonio Vinciguerra ha negato lo stop immediato alle zone rosse, ritenendo che, “valutati i contrapposti interessi, pur nei limiti della cognizione propria della fase cautelare e fermi i necessari approfondimenti propri della fase di merito, debbano prevalere le esigenze di prevenzione della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica sottese ai provvedimenti impugnati”. Per quanto riguarda la parte di ricorso legata all’ordine di allontanamento del trentenne, i giudici hanno sentenziato che il divieto imposto dalla polizia fino al 30 settembre “fa salve le prospettate esigenze primarie di assistenza del ricorrente”, visto che l’eventuale “esigenza di accedere in tali aree a presìdi di emergenza, pronto soccorso, ovvero per far fronte a esigenze familiari, di studio, lavoro, viaggio o abitative” è comunque garantita da deroghe legate a “comprovati e documentati motivi che giustifichino la presenza occasionale e/o il transito temporaneo dedel destinatario”.

Ora si attende il verdetto di merito. Un verdetto che a Napoli è arrivato due giorni fa: il Tar ha giudicato illegittima la proroga delle zone rosse da parte del prefetto del capoluogo campano Michele Di Bari. Un precedente che potrebbe pesare anche nel contenzioso milanese.