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Ragazza violentata a San Zenone, Sangare è pericoloso e privo di autocontrollo

Il gip di Lodi convalida l’arresto e lascia in cella il 25enne maliano accusato dello stupro di una ragazza vicino alla stazione avvenuto il 30 agosto. Il giudice ravvisa pericolo di fuga e di ritorsioni sulla vittima: no ai domiciliari e al braccialetto elettronico

Harouna Sangare, il venticinquenne maliano sbarcato a Lampedusa poco più di un anno fa, arrestato per la violenza sessuale a San Zenone: aveva cercato riparo per la notte nel centro di accoglienza per migranti vicino alla stazione

Harouna Sangare, il venticinquenne maliano sbarcato a Lampedusa poco più di un anno fa, arrestato per la violenza sessuale a San Zenone: aveva cercato riparo per la notte nel centro di accoglienza per migranti vicino alla stazione

Milano, 13 settembre 2025 – Harouna Sangare "per le specifiche modalità delle azioni a lui ascritte", è da ritenersi "soggetto altamente pericoloso" per l'incolumità pubblica, del tutto "inaffidabile" e privo di "alcuna capacità di autocontrollo", nonché "completamente incapace di osservare le più basilari regole del vivere civile". Ed è per questo che non è ipotizzabile per lui "una misura di restrizione domiciliare, anche con il presidio del braccialetto elettronico".

La stazione ferroviaria di San Zenone; a destra, il fermo immagine della videosorveglianza che ritrae il 25enne maliano mentre rientra nel centro d'accoglienza Papa Francesco 8 minuti dopo mezzanotte
La stazione ferroviaria di San Zenone; a destra, il fermo immagine della videosorveglianza che ritrae il 25enne maliano mentre rientra nel centro d'accoglienza Papa Francesco 8 minuti dopo mezzanotte

Lo scrive la giudice per le indagini preliminari di Lodi, Anna Cerreta, nel provvedimento con cui convalida l'arresto del 25enne originario del Mali per lo stupro di una ragazza di 18 anni, avvenuto vicino alla stazione di San Zenone al Lambro, nel Lodigiano, la notte tra il 30 e il 31 agosto scorsi.

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Alla base dell'esigenza cautelare, si legge nel documento, "appare ragionevole" ipotizzare che il 25enne, "senza legami stabili con il territorio italiano e con un lavoro precario, possa allontanarsi" per evitare "le gravi conseguenze penali del suo agire", oltre a "specifiche e inderogabili esigenze", attinenti alle indagini, "in relazione a situazioni di concreto e attuale pericolo per l'acquisizione o la genuinità della prova". Infine, scrive la giudice, "sussiste il concreto e attuale pericolo" che il 25enne, "se rimesso in libertà, possa rivolgere eventuali ritorsioni" nei confronti della vittima per convincerla a ridimensionare quanto denunciato e che "possa commettere ulteriori delitti della stessa specie", considerata la sua "spiccata capacità criminale".

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Capacità che emerge non solo "dall'efferatezza dell'azione", commessa in modo "particolarmente cruento", ma anche da "un'indole aggressiva e prevaricatrice", dimostrata dal fatto che su di lui grava un precedente di polizia specifico, "essendo stato questi denunciato dall'ex compagna per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia". (