
Mario Ulturale trasferì al figlio Enzo la passione per la sartoria
La storica azienda di cravatte Ulturale va all’asta, in vendita al miglior offerente, ultimo atto di un percorso di composizione negoziata della crisi gestito dal Tribunale di Milano. Sartoria napoletana e base a Milano, in via Boccaccio dove ha sede la società che nel 2022 aveva piazzato una bandierina nel Quadrilatero della moda aprendo una boutique in un palazzo ottocentesco in via Borgospesso 23. Per omaggiare la città aveva lanciato anche una linea di cravatte di lusso ispirate al Duomo, in aggiunta al suo prodotto di punta: la cravatta “Tiè“, una sette pieghe con all’interno un cornetto in corallo mediterraneo portafortuna. Una storia che affonda le radici nel 1950, quando il capostipite Mario Ulturale aprì un laboratorio, trasferendo poi negli anni ’80 la passione al figlio Enzo e attirando clienti vip. Le cravatte Ulturale "sono tutte tagliate e confezionate a mano con la cura e la meticolosa precisione proprie dell’antica, quanto attuale, scuola sartoriale napoletana", spiega l’azienda.
Un’avventura imprenditoriale che, dopo l’espansione, si è scontrata con la crisi e con i debiti. Il 31 ottobre si terrà la vendita all’asta, sulla piattaforma telematica Astebook utilizzata di recente dal Tribunale anche per la cessione della catena milanese di ristoranti Burgez e prima ancora per Panini Durini. Una perizia ha stimato il valore di Ulturale in 630mila euro. Si parte da una base d’asta di 270mila euro, con rilanci che partiranno da un minimo di cinquemila euro in una “gara“ che si preannuncia combattuta, viste le manifestazioni d’interesse arrivate. La procedura prevede la vendita del "marchio registrato Ulturale e dei diritti connessi, prodotti finiti, semilavorati e materie prime, rapporti commerciali e contratti in corso, avviamento e know-how", impianti, attrezzature, arredi, licenze e strumenti informatici. Secondo le “regole“ messe nero su bianco, il vincitore dell’asta dovrà accollarsi anche i debiti legati a canoni d’affitto, bollette e Tari del laboratorio di Napoli, oltre alle spettanze per i dipendenti. Tra oneri previdenziali e contributivi futuri, debiti legati a Tfr, tredicesima e quattordicesima, ferie maturate, il conto è di circa 83mila euro. "Attraverso la data room appositamente allestita – informa Astebook – sarà possibile verificare gli asset compresi nel perimetro di cessione che partono, ovviamente, dal marchio registrato e dalle importanti giacenze di prodotto finito". Si aprirà quindi un nuovo capitolo nella storia di Ulturale, con il passaggio di mano di uno dei fiori all’occhiello del made in Italy finito in acque agitate.