MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, la giunta Sala dà il via libera alla vendita. Ma aggiunge in extremis uno scudo anti-inchieste

Clausola di salvaguardia per Milan e Inter “per il caso che si apra un procedimento penale” sulla compravendita. Forse già il 25 settembre il voto in Consiglio comunale

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala protagonista della partita su San Siro

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala protagonista della partita su San Siro

Milano – La Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala dà il via libera alla vendita dello stadio di San Siro e dell’area limitrofa a Milan e Inter, alla realizzazione di un nuovo stadio da almeno 71.500 posti nell’area ora occupata dal parcheggio e dal Parco dei Capitani e alla demolizione e rifunzionalizzazione del Meazza (al suo posto, un centro commerciale, il Museo delle squadre e verde fruibile).

Ma spunta l’opzione di uno scudo penale – tecnicamente “un regime di protezione dell’acquirente” – che tuteli i due club “per il caso che si apra un procedimento penale relativo a qualche profilo dell’operazione di vendita e di sviluppo della Grande Funzione Urbana San Siro che, anche qualora poi si rivelasse infondato, potrebbe avere l’effetto di bloccare i lavori o impattare negativamente sulla bancabilità dell’operazione”.

Parole scritte in una lettera datata ieri, firmata dall’avvocato Alberto Toffoletto, consulente legale del Comune nella trattativa con le società rossonera e nerazzurra, e inviata ai vertici di Palazzo Marino in cui Toffoletto precisa che lo scudo penale è una “richiesta” di Milan e Inter, tramite i loro avvocati.

Non solo. Il legale aggiunge che il suo studio Nctm ha formulato una proposta di scudo penale già inviata ai club. Proposta che “da un lato prevede l’obbligo per le parti, in presenza di un’indagine che abbia l’effetto di impedire l’inizio dei lavori nei termini concordati e conseguentemente metta in discussione la bancabilità del progetto, di incontrarsi per valutare la situazione e cercare di salvaguardare l’efficacia del contratto e se del caso di addivenire a una risoluzione consensuale del progetto”.

La proposta prosegue così: “Dall’altro lato, ove tale procedimento penale si apra nei primi nove mesi dalla stipula del contratto di vendita e abbia effetto di impedire la bancabilità del progetto, riconosce a ciascuna parte un diritto di recesso con restituzione della Grande Funzione Urbana a fronte del solo rimborso del corrispettivo pagato. Resterebbe ferma, in tal caso l’indennità per l’utilizzo dello stadio Meazza e la locazione dello stesso per i successivi cinque anni”. Il consulente legale del Comune, infine, nota che “al momento non sappiamo se la nostra proposta sia considerata accettabile dalle squadre”.

La lettera di Toffoletto, inserita in extremis, essendo stata inviata proprio ieri, tra gli allegati della delibera esaminata favorevolmente ieri pomeriggio dalla Giunta – un atto di 159 pagine complessive – ha suscitato dibattito all’interno dell’esecutivo e rallentato il via libera finale (dopo circa due ore di seduta).

Alle 16.30 i tre assessori che hanno firmato il provvedimento, la vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana Anna Scavuzzo, Emmanuel Conte (Bilancio) e Martina Riva (Sport), ma non il sindaco Sala, hanno illustrato nella Sala Stampa di Palazzo Marino i contenuti della delibera, sulla quale l’assessore al Verde e all’Ambiente Elena Grandi si è dichiarata contraria: l’unica in Giunta a opporsi alla cessione di San Siro ai club e al progetto rossonerazzurro.

Nel provvedimento, sono confermati molti degli elementi già emersi nei mesi e nei giorni scorsi scorsi: il prezzo d’acquisto è di 197 milioni di euro (Milan e Inter dovrebbero versare 73 milioni di euro già al momento della stipula del contratto di compravendita); la compartecipazione comunale cala da 36 a 22 milioni di euro e comprende la demolizione e realizzazione del Tunnel Patroclo e la bonifica delle aree a verde (il 50% del comparto resterà a verde: 80 mila mq, di cui 50 mila mq di verde profondo) torneranno di proprietà comunale alla fine dei lavori, mentre la manutenzione sarà a carico dei club per 30 anni.

La palla, ora, passa al Consiglio comunale, che dovrà analizzare e votare la delibera (inemendabile) entro il prossimo 30 settembre (la prima seduta potrebbe svolgersi il 25 settembre, preceduta da alcune commissioni, la prima domani). La maggioranza di centrosinistra su San Siro resta in bilico, tra contrari e indecisi. Dopo l’ultimo incontro tra Scavuzzo e club di lunedì, intanto, un esponente delle società, il presidente del Milan Paolo Scaroni, rilascia un commento: “Non ho ancora letto la delibera, ma è una buona notizia: un passo in avanti di un percorso che ho iniziato tanti anni fa, non ricordo nemmeno quanto. Non siamo ancora alla fine, ma sono contento”.