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Trans uccisa a Milano: ex bancario condannato a 18 anni

Il pm aveva chiesto l'ergastolo ma i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche per il 43enne

I carabinieri nello stabile di via Plana

MIilano, 24 maggio - È stato condannato a 18 anni di carcere Cristian Losso, ex bancario di 43 anni che il 20 luglio scorso uccise a coltellate Alves Rabacchi, transessuale ed escort brasiliana, in via Plana a Milano. Lo ha deciso questo pomeriggio la prima sezione della Corte d'Assise di Milano, presieduta da Ilio Mannucci Pacini. Il pm Antonio Cristillo, titolare dell'indagine, aveva chiesto l'ergastolo. I giudici hanno riconosciuto all'imputato le attenuanti generiche prevalenti sull'aggravante della crudeltà. Le motivazioni entro 60 giorni.

Durante il suo esame con il pm Isidoro Palma, sostituto poi dal collega Cristillo, il 43enne aveva ammesso l'omicidio. "So che sono stato io, l'ho fatto sicuramente ma non ricordo i dettagli", aveva detto in aula in lacrime. L'indagine lampo fu conclusa dai carabinieri del nucleo investigativo di via della Moscova in quattro giorni, grazie all'analisi delle telecamere di sicurezza della zona, che avevano ripreso Losso, il giorno in cui è stato scoperto il cadavere, entrare due volte a distanza di poco tempo nel palazzo dove abitava la vittima.

Secondo l'ipotesi investigativa i due avevano litigato a causa di un debito da 500 euro che il cliente aveva con la trans, dopo aver trascorso una serata a base di alcol e droga. Poi il 43enne bancario era tornato nell'appartamento accendo i fuochi del piano cucina nel tentativo di causare l'esplosione per cancellare le tracce.

"Fino alle 8,13 Rabacchi è ancora viva, secondo l'analisi dei tabulati telefonici. Poi Losso esce a fare un giro, non si capisce perché, ma poi torna da lui", ha sottolineato il pm durante la requisitoria. Dopo l'omicidio, ricostruisce il pm, l'uomo avrebbe anche aperto i fornelli per fare uscire il gas. L'aria era satura al 60 per cento, l'obiettivo era far saltare in aria la scena del delitto", ha aggiunto Cristillo che ha chiesto e ottenuto una condanna anche per crollo di costruzione. 

La tesi dell'imputato, che ha parzialmente ammesso l'omicidio, è che Rabacchi lo avrebbe ricattato chiedendogli dei soldi per non divulgare video e foto potenzialmente compromettenti per la sua reputazione. Una versione che non convince il pubblico ministero, secondo il quale è lo stesso imputato, "dopo una notte da leoni", a scriverle alle 5,30 del mattino del 20 luglio. Oggi durante la lettura del dispositivo, l'imputato è rimasto impassibile. Il suo difensore, l'avvocato David Montani, ha sottolineato che farà ricorso in appello. "L'obiettivo è fare venire meno l'aggravante contestata della crudeltà", ha  detto il legale.

Stamane, il pm aveva sottolineato che la vittima ha vissuto un "calvario" e ha subito la "crudeltà" di Losso che ha "infierito su una persona inerme, che non si è difesa, che non ha lottato. Le sue unghie, anche piuttosto lunghe, erano intatte, in casa non vi è un solo oggetto rotto, il vicino di casa che stava facendo colazione non ha sentito nulla". Nelle scorse udienze la Corte d'Assise aveva disposto una perizia psichiatrica che aveva accertato che l'uomo era perfettamente capace di intendere e di volere al momento del fatto.