ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Traguardo a Melegnano. Il Parco agricolo Sud Milano festeggia i primi 35 anni

È esteso per 47mila ettari su 60 comuni fra mulini, abbazie, castelli e musei "Resta prioritario tutelare l’integrità della zona senza cambiarne i confini".

È esteso per 47mila ettari su 60 comuni fra mulini, abbazie, castelli e musei "Resta prioritario tutelare l’integrità della zona senza cambiarne i confini".

È esteso per 47mila ettari su 60 comuni fra mulini, abbazie, castelli e musei "Resta prioritario tutelare l’integrità della zona senza cambiarne i confini".

Un polmone verde esteso su 60 comuni e 47mila ettari, con 3.800 chilometri di rogge e canali irrigui, 254 fontanili attivi e 900 aziende agricole, alcune comprensive anche di fattorie didattiche, servizi di agriturismo e vendita diretta di prodotti. I fontanili attivi sono 254, le marcite si estendono per 208 ettari, i filari e le fasce alberate coprono una superficie di 866 chilometri. Il tutto completato dalla presenza di mulini, abbazie, castelli, musei e percorsi naturalistici. Questi i numeri e le caratteristiche del Parco agricolo Sud Milano, importante serbatoio di attività produttive e biodiversità, il cui ente gestore, istituito nel 1990, è arrivato a celebrare i 35 anni di attività.

Nato su impulso di comitati e associazioni che, ai tempi, raccolsero 5mila firme per fermare la cementificazione del territorio e chiedere la creazione di un’area protetta, l’ente per il Parco Sud, in capo all’allora Provincia di Milano, ha risentito delle criticità legate alla nascita delle Città Metropolitane. Un passaggio che lo ha svuotato di alcune competenze, assottigliando anche le risorse economiche a disposizione. Ora si assiste a una fase di transizione, propedeutica alla piena messa a regime di una nuova governance dell’Ente che, sotto l’egida di Regione Lombardia, nelle intenzioni porterà a un rilancio del polmone verde, a partire da maggiori trasferimenti economici. Restano però alcuni nodi critici, sui quali lavorare.

"In questi 35 anni si è mantenuta la barra dritta su una serie di obiettivi, primo fra tutti il contrasto al consumo di suolo. Sarà importante proseguire in questa direzione e salvaguardare i confini del Parco, viste le crescenti pressioni in arrivo da data center, logistiche e stadi di calcio - afferma l’attuale presidente del Parco, Daniele Del Ben -. Fondamentale anche varare un piano della fruizione, per rendere il bacino più attrattivo e favorirne l’utilizzo da parte della popolazione". "Tra i cittadini c’è ancora chi non conosce il Parco Sud - aggiunge Renato Aquilani, che nel direttivo dell’ente rappresenta le associazioni ambientaliste -. Anche per questo, nell’elenco delle priorità va inserito il rilancio dei Punti Parco, che oggi sono dormienti e invece dovrebbero rappresentare un importante strumento d’informazione e sensibilizzazione. Da valorizzare maggiormente anche il marchio che connota i prodotti delle aziende agricole locali". "Il fenomeno degli sversamenti e delle discariche abusive, che purtroppo è ancora presente, specie nelle aree più periferiche del polmone verde, va contrastato con maggiore energia - prosegue Aquilani -. Oggi le attività di controllo sono affidate quasi esclusivamente a volontari, manca un servizio di vigilanza strutturato. Le risorse economiche a favore del Parco? I Comuni, ai quali attualmente è richiesto un contributo di 0,20 euro per ogni abitante, potrebbero fare di più".

Tra le scommesse per il futuro c’è anche la messa in rete dei numerosi gioielli - storici, architettonici e paesaggistici - che punteggiano il bacino ecologico e ne rappresentano un patrimonio d’immenso valore. Nei comuni della grande cintura "green" si trovano, tra l’altro, le abbazie di Mirasole, Chiaravalle e Viboldone, la seicentesca Rocca Brivio, i castelli di Cusago, Melegnano, Binasco, Peschiera Borromeo e Tolcinasco. Edifici che possono essere méta di gite fuori porta, alla stessa stregua dei tanti percorsi storico-naturalistici, percorribili a piedi o in bicicletta. Ne è un esempio, a San Giuliano, il sentiero dei Giganti, che si snoda sui luoghi dell’omonima battaglia franco-svizzera del 1515.

Da segnalare la presenza di chiese, cascine, oasi e riserve, musei della civiltà contadina. Sul fronte della flora e della fauna, il Parco è un prezioso scrigno di biodiversità, in un delicato equilibrio tra piante, animali, aree boschive e zone umide. E così, da diversi anni anche le cicogne sono tornate a nidificarvi. Un ulteriore elemento che si aggiunge alle tante suggestioni di questo luogo.