CECILIA DANIELE
Editoriale e Commento
Editoriale

Eterna emergenza

Una persona cerca refrigerio dall'intenso caldo bagnandosi il volto con dell'acqua da una fontanella di piazza Castello a Milano

Una persona cerca refrigerio dall'intenso caldo bagnandosi il volto con dell'acqua da una fontanella di piazza Castello a Milano

Giorni e giorni roventi, con le minime ampiamente sopra la soglia di tolleranza, un caldo senza tregua che rende impraticabili le ore centrali del giorno (e ormai non solo quelle). Ammettiamolo, a Milano anche i più “stoici” e gli afecionados dell’estate non ne possono più. Siamo certamente di fronte a evento anomalo, per durata e proporzioni… Ma fino a un certo punto. 

Che il clima in Lombardia sia cambiato è ormai un dato di fatto. Al netto delle misure che istituzioni, politica locale e singoli cittadini possono adottare per contrastare l’implacabile incedere del cambiamento climatico e dei suoi effetti, bisogna pensare anche a interventi strutturali che consentano di gestire al meglio ondate di calore sempre più prolungate, frequenti. E insostenibili.

È fondamentale tutelare al massimo i lavoratori e le categorie ad alto rischio. Ma non solo. Bisogna ripensare tanti aspetti della nostra quotidianità. È possibile che nel 2025 per rinfrescare le scuole si debba fare affidamento sulla buona volontà delle famiglie, disposte ad acquistare ventilatori per dare un po’ di tregua ai bambini e al personale scolastico?

Nidi e materne a Milano sono aperti per tutto giugno e i centri estivi proseguono fino a luglio… Difficile ipotizzare che possa fare (molto) caldo? Dal momento che il clima - nostro malgrado - è cambiato dobbiamo organizzarci di conseguenza, non possiamo limitarci a incrociare le dita e confidare in una stagione clemente.