ANDREA GIANNI E NICOLA PALMA
Cronaca

CityLife, indagine con i droni a 192 metri d’altezza: caldo e sensori nel mirino, caccia al “punto zero” del crollo. Sequestrato il tetto del grattacielo rotto

Milano, via all’inchiesta per crollo colposo dopo il cedimento della ‘corona’ rossa sulla vetta della torre Generali. Accertamenti sulla 'ragnatela’ di tubi e nodi che sostiene le maxi scritte. Donnet: “Importante che non ci siano stati feriti”. Dipendenti ancora in smart working

CityLife dopo il crollo sul tetto del grattacielo Generali a Milano

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Milano – La prima relazione dei vigili del fuoco sul collasso dell’insegna Generali, corredata da fotografie e video realizzati anche con i droni, è arrivata nel pomeriggio di martedì 1 luglio sul tavolo delle pm Francesca Celle e Maura Ripamonti. E il report sul cedimento del maxi collage di pannelli, andato in scena all’alba di martedì in cima alla Torre Hadid di CityLife, ha dato il via al fascicolo aperto dalla Procura con l’ipotesi di crollo colposo.

Il tetto dell’edificio di 44 piani, di cui i primi 39 con uffici e gli ultimi destinati proprio a ospitare la base della struttura che regge i mega cartelli, è stato posto sotto sequestro dagli inquirenti per effettuare tutti i rilievi necessari. Le operazioni di messa in sicurezza potranno comunque andare avanti, affidate a ditte specializzate e sotto la sorveglianza degli investigatori, avendo cura di non alterare i luoghi per i successivi approfondimenti tecnici.

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L’indagine scandaglierà la ragnatela di tubi e nodi che fa da sostegno alle due scritte issate a 192 metri d’altezza e che all’improvviso si è parzialmente ripiegata su se stessa: bisogna capire con esattezza il punto zero dell’incidente e soprattutto individuarne le cause. Nelle prime ore si è parlato pure della possibile influenza negativa dei cambiamenti climatici, e in particolare di un possibile ruolo delle temperature elevate: il caldo potrebbe essere stato al massimo una concausa (con effetti comunque dilatati nel tempo e non certo riferibili al breve range temporale degli ultimi giorni di afa), anche se chi indaga non si sbilancia in alcun modo su questo o su altri scenari, in attesa di informazioni più precise.

L'insegna crollata sul tetto del grattacielo Generali a CityLife
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Anche per questo, gli inquirenti disporranno una consulenza tecnica specifica, affidata a esperti del settore. Saranno svolte verifiche su tutti i sistemi di controllo, anche sui sensori di sicurezza e sul loro funzionamento.

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“Non si è capito ancora come è successo, quello che è importante è che non ci sono stati feriti. Subito la priorità è stata la sicurezza delle persone, dei nostri collaboratori e di tutta la gente che gira a CityLife, intorno al centro commerciale e alla nostra torre – ha affermato ieri Philippe Donnet, Group Ceo di Assicurazioni Generali –. La messa in sicurezza è stata fatta, adesso bisogna capire come sistemare tutto e bisogna capire anche come è potuto succedere. Questo ci fa pensare che ci sono sempre rischi anche per la compagnia di assicurazione e quando ci sono sempre rischi potenziali è importante essere assicurati molto bene”.

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Insegna Generali pericolante a CityLife, i sensori di sicurezza hanno segnalato qualcosa di anomalo prima del crollo?

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Per quanto riguarda l’impatto sul quartiere nato sulle ceneri della Fiera, il primo ritorno alla normalità è stato per la M5, con la riapertura della fermata Tre Torri. La piazza e il centro commerciale, off limits dalle 6.30 di martedì, potrebbero riaprire tra il pomeriggio di mercoledì e la mattina di giovedì 3 luglio. Sul grattacielo, invece, non ci sono certezze: i duemila dipendenti potrebbero rimanere in smart working ancora per diversi giorni.

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Perché l’insegna delle Generali sulla Torre Hadid si è inclinata. C’entra il super caldo di questi giorni?

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