SIMONA BALLATORE
Cronaca

A Milano una tenda del lutto nel cuore del Giardino dei Giusti: “I nomi dei bimbi di Gaza morti ci scuotono”

Centinaia di persone nel parco Monte Stella, per un incontro sul dialogo e la pace. Gabriele Nissim: “Anche a Milano clima da ricucire”. L’arcivescovo Delpini: “Qui il popolo che cerca di aggiustare il mondo”

L’attore Claudio Bisio legge le storie di due padri che hanno perso i figli a Gaza e a Israele: all’odio hanno risposto cercando insieme la pace

L’attore Claudio Bisio legge le storie di due padri che hanno perso i figli a Gaza e a Israele: all’odio hanno risposto cercando insieme la pace

Milano – Nella tenda del lutto risuonano nomi, cognomi, età. Un audio lungo 19 ore, che non ricomincia mai daccapo. Un pomeriggio non basta a leggere i nomi di tutte le bambine e i bambini palestinesi uccisi negli ultimi due anni e i nomi degli israeliani morti il 7 ottobre. Vengono pronunciati insieme, sotto la stessa tenda picchettata dalla Fondazione Gariwo nel Giardino dei Giusti di Milano, ispirata a quella realizzata nel villaggio binazionale di Neve Shalom Wahat al-Salam, dove convivono israeliani e palestinesi.

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Tenda Del Lutto al Giardino Dei Giusti, Milano,21 Settembre 2025, Ansa/Andrea Fasani

Si mettono in fila ed entrano a piedi nudi e in silenzio persone di ogni età. Accanto alla tenda una staffetta di storie prende vita tra i rami degli alberi e continua nell’anfiteatro a cielo aperto, con le testimonianze di Irit Hakim e Aisha Khatib dei “Combatants for Peace“ e di chi in Medio Oriente lotta per la pace. Nella tenda del lutto entra anche l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Ascolta i nomi, occhi chiusi, mano sulla fronte. Lascia il suo messaggio scritto di pugno sul libro del cordoglio: “Che saranno questi nomi? Che cosa faranno quei bambini che l’assurdità della guerra ha condannati a morte? Io credo che saranno come angeli che parlano all’orecchio dei genitori e degli assassini, per dire parole di pace, di rimprovero, per dire domande: che cosa val la pena di fare? Per che cosa meriti di vivere? Rispondete, rispondete, per favore, uomini e donne che ancora siete sulla terra”.

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Tenda Del Lutto al Giardino Dei Giusti, Milano,21 Settembre 2025, Ansa/Andrea Fasani

“Questa è una tenda del lutto ma anche della rinascita: si ricordano i morti per dire basta, ma il grande problema è che dobbiamo ricostruire il bene, parola un po’ in disuso, però io ci credo veramente – dice con forza il presidente di Gariwo, Gabriele Nissim –. Dobbiamo rimettere assieme in Medio Oriente, ma anche in Italia, tutte le persone che vogliono operare per la pace e la fine del conflitto. Altrimenti c’è il rischio che continuiamo a riproporre odio”.

Anche a Milano. Una Milano da ricucire. “Io, volutamente, ho scritto a tutti per questa iniziativa – sottolinea Nissim –: qualcuno mi ha risposto, mi ha risposto il vescovo, mi ha risposto la Comunità Islamica, che ha mandato i suoi rappresentanti e i suoi ragazzi. Avrei voluto qui la Comunità Ebraica, ma non è venuta e questo mi ha un po’ stupito. Io sono ebreo e sono per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Ma si è creato questo clima appunto, o sei da una parte o sei dall’altra, e se sei da una parte sei contro l’altro, per cui se tu pensi ai diritti di Israele allora devi essere contro il popolo palestinese e viceversa. Questa narrazione porta a nuove guerre”.

Guarda Irit e Aisha, arrivate non senza difficoltà da Israele e Palestina: insieme lottano per la non violenza, dopo avere perso amici e parenti. “Da questa tenda vorremmo lanciare una narrazione diversa – ribadisce Nissim –. Dobbiamo far conoscere queste voci, non dobbiamo essere sponsor o fan di una parte o dall’altra, ma fan delle persone che lottano contro la violenza”.

Il ricordo va indietro nel tempo, a un suo viaggio a Gerusalemme, negli anni degli accordi di Oslo, negli anni della speranza. “Sembra un tempo lontanissimo. Sono terrorizzato dal vedere che dall’immagine di quanto sta accadendo a Gaza possa ritornare anche la violenza politica in Italia, le contrapposizioni frontali”, confessa. Non si rassegna Gariwo: continuerà a invitare tutti. “E anche alla prossima cerimonia della Giornata dei Giusti – anticipa – onoreremo sia una israeliana sia una palestinese, che hanno lottato per il dialogo e la pace. E speriamo che anche in altre città italiane si organizzino queste tende”.

“Questa iniziativa ci permette di esprimere in modo corale quello che molti sentono: è un modo per dire che non siamo singoli a rammaricarci di come il mondo sia sbagliato, ma siamo un popolo a impegnarci per aggiustare il mondo e rendere possibile un mondo migliore”, dice l’arcivescovo, pronto a partire per la Terra Santa, a fine ottobre, con gli altri vescovi lombardi: “Il pellegrinaggio è un’esperienza spirituale, anzitutto andiamo a pregare: un’arte un po’ dimenticata, quasi sottovalutata. Crediamo sia la strada da percorrere. Incontreremo il patriarca (il cardinale Pierbattista Pizzaballa), alcuni esponenti della Custodia di Terra Santa e poi andremo a dire a coloro che sono più fragili: “Considerateci vostri amici, sentiteci pronti ad aiutare per quello che possiamo“”.

Ci sono centinaia di persone nel Parco Monte Stella e c’è il mondo delle associazioni: si cerca anche di stendere un “momorandum“ comune per promuovere il dialogo. Si passano il testimone Khader Tamimi, presidente della comunità palestinese di Lombardia, la figlia scrittrice Widad Tamimi, Stefano Levi Della Torre, Sarah Mustafa, Arianna Scommegna, Claudio Bisio. “Fare la pace oggi non è facile: purtroppo non è all’ordine del giorno – commenta Bisio nel Giardino dei Giusti, dopo avere letto poesie, storie ma anche notizie di cronaca spiazzanti –: serve un riconoscimento totale dell’altro, come persona umana ma anche come diritto all’autodeterminazione dei popoli. Conoscere è già non farsi la guerra”.