
alvatore Monteduro segretario confederale Uil Lombardia denuncia gli scarsi investimenti sul lavoro pubblico
I dipendenti degli enti pubblici locali sono sempre meno. In poco più di vent’anni sono diminuiti del 26%. Solo tra Pirellone, Amministrazioni provinciali e comunali. Erano quasi 40mila, ora sono meno di 30mila, un quarto in meno, nonostante responsabilità, funzioni, deleghe e materie di cui occuparsi siano sempre di più. In Comune a Lodi, sono scesi dai già pochi 330 del 2001 ai 194 del 2023, cioè il 41% in meno, quasi la metà; a Pavia da 796 a 510, una sforbiciata del 36%, come a Como. In Provincia a Cremona il taglio è stato del 38% a Varese del 37,5%. Una emorragia dovuta a pensionamenti, dimissioni, ridefinizione al ribasso della pianta organica, blocco del turnover, ma anche a stipendi bassi, poche opportunità professionali, organizzazione poco flessibile che si traducono in semi-deserti, che riguarda pure enti di nuova costituzione, come la Città Metropolitana di Milano, che nel 2015 contava 1.385 dipendenti e adesso poco più di mille, trecento e il 24% in meno; oppure la Provincia di Monza e Brianza, operativa dal 2024, per cui ne 2011 lavoravano in 316 e fino a un paio di anni fa in 271, una cinquantina e il 14% in meno.
"I numeri parlano chiaro – sostiene Salvatore Monteduro, segretario confederale della Uil Lombardia, i cui sindacalisti hanno tirato le somme, anzi, le sottrazioni, in base a quanto certificato dai contabili della Ragioneria generale dello Stato –. Il lavoro pubblico in Lombardia è stato trattato come un costo da comprimere, anziché come risorsa su cui investire. Senza personale sufficiente non si garantiscono servizi di qualità ai cittadini". Gli stipendi non aiutano a reclutare i rimpiazzi quando c’è la possibilità. La media della retribuzione, dall’ultimo degli assunti ai dirigenti più alti in grado e con più anzianità, è di 31mila euro lordi, rispetto ai 28mila del 2011: 3mila euro e il 10% in più, rispetto a un costo della vita cresciuto tre volte tanto.
"Meno personale significa più carichi di lavoro, meno possibilità di conciliazione e maggiore stress organizzativo – aggiunge Daniele Ballabio, segretario generale della UilFpl Lombardia –. Con salari che non tengono il passo con l’inflazione, il rischio è che la pubblica amministrazione perda attrattività e non riesca ad attrarre giovani professionalità. Servono un rinnovo contratto collettivo nazionale e una svolta negli investimenti sul lavoro pubblico locale".