DANIELE DE SALVO
Cronaca

Sos dipendenti pubblici . Dalla Regione ai Comuni. Persi diecimila posti

Erano quasi 40mila vent’anni fa, ora sono meno di 30mila, con un calo del 26%. Il sindacato: "Senza personale non si garantiscono servizi sufficienti ai cittadini".

alvatore Monteduro segretario confederale Uil Lombardia denuncia gli scarsi investimenti sul lavoro pubblico

alvatore Monteduro segretario confederale Uil Lombardia denuncia gli scarsi investimenti sul lavoro pubblico

I dipendenti degli enti pubblici locali sono sempre meno. In poco più di vent’anni sono diminuiti del 26%. Solo tra Pirellone, Amministrazioni provinciali e comunali. Erano quasi 40mila, ora sono meno di 30mila, un quarto in meno, nonostante responsabilità, funzioni, deleghe e materie di cui occuparsi siano sempre di più. In Comune a Lodi, sono scesi dai già pochi 330 del 2001 ai 194 del 2023, cioè il 41% in meno, quasi la metà; a Pavia da 796 a 510, una sforbiciata del 36%, come a Como. In Provincia a Cremona il taglio è stato del 38% a Varese del 37,5%. Una emorragia dovuta a pensionamenti, dimissioni, ridefinizione al ribasso della pianta organica, blocco del turnover, ma anche a stipendi bassi, poche opportunità professionali, organizzazione poco flessibile che si traducono in semi-deserti, che riguarda pure enti di nuova costituzione, come la Città Metropolitana di Milano, che nel 2015 contava 1.385 dipendenti e adesso poco più di mille, trecento e il 24% in meno; oppure la Provincia di Monza e Brianza, operativa dal 2024, per cui ne 2011 lavoravano in 316 e fino a un paio di anni fa in 271, una cinquantina e il 14% in meno.

"I numeri parlano chiaro – sostiene Salvatore Monteduro, segretario confederale della Uil Lombardia, i cui sindacalisti hanno tirato le somme, anzi, le sottrazioni, in base a quanto certificato dai contabili della Ragioneria generale dello Stato –. Il lavoro pubblico in Lombardia è stato trattato come un costo da comprimere, anziché come risorsa su cui investire. Senza personale sufficiente non si garantiscono servizi di qualità ai cittadini". Gli stipendi non aiutano a reclutare i rimpiazzi quando c’è la possibilità. La media della retribuzione, dall’ultimo degli assunti ai dirigenti più alti in grado e con più anzianità, è di 31mila euro lordi, rispetto ai 28mila del 2011: 3mila euro e il 10% in più, rispetto a un costo della vita cresciuto tre volte tanto.

"Meno personale significa più carichi di lavoro, meno possibilità di conciliazione e maggiore stress organizzativo – aggiunge Daniele Ballabio, segretario generale della UilFpl Lombardia –. Con salari che non tengono il passo con l’inflazione, il rischio è che la pubblica amministrazione perda attrattività e non riesca ad attrarre giovani professionalità. Servono un rinnovo contratto collettivo nazionale e una svolta negli investimenti sul lavoro pubblico locale".