
Il fondatore di Coima: manifestazioni violente, è il nuovo Modello Milano. Il dem Capelli: fa l’influencer, al futuro della città ci penserà la politica.
La manifestazione contro lo sgombero del Leoncavallo voluto dal Governo e contro il Modello Milano difeso dal sindaco Giuseppe Sala e, in buona parte, dal Pd, certo. Ma il corteo degli antagonisti di ieri pomeriggio sarà ricordato anche per un altro motivo: la dura polemica politica tra l’immobiliarista Manfredi Catelli, da una parte, e i vertici del Pd milanese, dall’altra.
Il fondatore di Coima usa quasi toni da politico di centrodestra, più che da imprenditore, per commentare il blitz all’ora di pranzo dei centri sociali nel cantiere del Pirellino. Sì, parliamo dell’ex immobile del Comune acquistato all’asta da Catella nel 2019 per 193,6 milioni di euro, un’operazione immobiliare su cui ha puntato il dito la Procura, che a metà luglio ha fatto partire una serie di richieste di arresto, tra cui quella per lo stesso manager, finito ai domiciliari, ma poi liberato.
Ma torniamo a ieri e al doppio corteo “Giù le mani dalla città“ contro lo sgombero del Leonka dello scorso 21 agosto. All’ora di pranzo, il primo corteo partito da Piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale, il corteo formato dai centri sociali più arrabbiati, dal Cantiere al Lambretta, e da movimenti di estrema sinistra come Potere al Popolo e Carc, occupa simbolicamente e pacificamente il cantiere del Pirellino, Dopo la breve occupazione del Pirellino, durante la quale viene mostrato lo striscione “Occupare è giusto“ dalle impalcature del grattacielo, Catella fa uscire una nota durissima: "Le manifestazioni violente con azioni illegali e occupazioni abusive da parte dei cortei formati dai centri sociali, con la partecipazione di rappresentanti di espressioni politiche, rappresentano evidentemente la nuova proposta del cosiddetto modello Milano, che interpreta la democrazia urbanistica invocata da alcuni. L’opinione pubblica potrà scegliere se questa è la Milano che vogliamo".
I leoncavallini in corteo, appreso della presa di posizione di Catella, bersagliano di insulti Catella. Ma a difesa del Leoncavallo, degli antagonisti e della manifestazione di ieri, scende in campo anche il dem Capelli, con una nota di replica: "Il dottor Catella oggi si sente influencer e punta il dito contro decine di migliaia di persone che chiedono cultura e spazi sociali dal basso. È bene ricordare che al futuro della città penserà la politica: partiti, associazioni e corpi sociali. Il partito democratico anche questa mattina ha lavorato ad un’agenda politica anche per i prossimi 18 mesi di Milano: una città che cambia, una città accessibile e sostenibile. Che insieme all’amministrazione raccolga bisogni e idee che arrivano dal basso". Un antipasto delle elezioni comunali del 2027? Chissà. Ma Catella – a dar retta all’intervento di ieri – non sembra aver voglia di star zitto. Un’incognita nella sfida per Palazzo Marino?