
I lavoratori si sono radunati davanti alla sede di Adecco in via Tolmezzo con Cgil, Cisl e Uil Un presidio anche a Napoli
La vertenza, che si è trascinata tra ricorsi legali, resistenze e ostruzionismi come lo stop allo sciopero decretato dalla commissione di garanzia, è arrivata all’atto finale. La posta in gioco è il posto di lavoro di 1.100 persone impiegate con contratti di somministrazione nelle Prefetture e Questure, che si occupano di servizi fondamentali per la gestione dell’immigrazione, dal rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, al decreto flussi e alle pratiche di emersione e regolarizzazione. Ieri si sono radunati davanti alla sede milanese dell’agenzia di lavoro interinale Adecco (dopo un presidio nei giorni scorsi davanti a Randstad, altra agenzia coinvolta), per far sentire la loro voce. Le agenzie, infatti, hanno deciso di bloccare la proroga tecnica dei contratti in scadenza a fine giugno, già firmata dal ministero dell’Interno, presentando un ricorso al Tar. Un contenzioso fra privati e pubblica amministrazione che, secondo Cgil, Cisl e Uil, "scarica le conseguenze su cittadini e lavoratori".
A Milano, ieri, si sono ritrovate in via Tolmezzo persone provenienti da tutta Italia, per la manifestazione nazionale. Un altro presidio si è svolto, in contemporanea, davanti agli uffici Adecco a Napoli. "Centinaia di persone rischiano di perdere il lavoro – spiega Massimiliano Turano, segretario generale Uil Temp Lombardia – e i servizi essenziali per l’immigrazione rischiano la paralisi. Per questo chiediamo il ritiro immediato del ricorso da parte di Adecco e Randstad, la proroga dei contratti fino alla nuova gara, il rispetto del nostro lavoro e della funzione pubblica che svolgiamo e l’avvio immediato di percorsi di internalizzazione nel ministero dell’Interno". Una soluzione, infatti, potrebbe essere l’assunzione da parte del ministero, integrando negli organici personale che non si occupa di picchi di lavoro legati a un’emergenza ma del quotidiano flusso di pratiche.
Andrea Gianni