NICOLA PALMA
Cronaca

“Alle visite domande sulla vita privata, gli abusi e il contatto Whatsapp”: così funzionava il ‘metodo’ del dottor Sgroi

Dalle denunce delle vittime emerge che il medico ai domiciliari usava sempre lo stesso modus operandi. La gip: ha approfittato di pazienti che lo ritenevano competente, sfruttando lo stato di fragilità emotiva

Giovanni Sgroi, 70 anni, è stato sospeso dalla carica di sindaco di Rivolta d’Adda

Giovanni Sgroi, 70 anni, è stato sospeso dalla carica di sindaco di Rivolta d’Adda

Milano – C’è un filo conduttore che lega tutti i casi di abusi denunciati dalle pazienti del dottor Giovanni Sgroi, finito agli arresti domiciliari mercoledì e sospeso il giorno dopo dalla carica di sindaco della cremonese Rivolta d’Adda. Uno schema fisso, descritto in maniera pressoché identica da quattro donne che non si sono mai viste né parlate prima e che hanno messo a verbale versioni “sostanzialmente sovrapponibili”.

Approfondisci:

Rivolta d’Adda, il medico e sindaco Giovanni Sgroi arrestato per violenza sessuale: “È estraneo ai fatti”

Rivolta d’Adda, il medico e sindaco Giovanni Sgroi arrestato per violenza sessuale: “È estraneo ai fatti”

Un modus operandi evidenziato dalla gip Sara Cipolla nell’ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta dell’aggiunta Maria Letizia Mannella e della pm Alessia Menegazzo, che hanno coordinato le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino. Il contesto di partenza è quello di una visita gastroenterologica al Centro medico polispecialistico di Pozzuolo Martesana, di cui il settantenne era diventato “direttore sanitario dell’area medica” dopo il pensionamento datato 30 dicembre 2019.

Approfondisci:

Le “prede” del dottor Sgroi. Gli incubi, la vergogna e la paura di denunciare nei verbali delle 4 ragazze vittime di abusi: “È un uomo molto potente”

Le “prede” del dottor Sgroi. Gli incubi, la vergogna e la paura di denunciare nei verbali delle 4 ragazze vittime di abusi: “È un uomo molto potente”

“Le vittime – si legge nel provvedimento – hanno raccontato di un iniziale approccio poco professionale del medico, che, lungi dal mettere a proprio agio le pazienti, senza alcuna confidenza giustificata da pregressi rapporti di conoscenza, rivolgeva loro, all’inizio della visita, domande afferenti alla sfera personale, lavorativa e sentimentale”. Poi Sgroi, stando alle accuse, le avrebbe sottoposte “a pratiche e manovre risultate non coerenti con l’esame gastroenterologico”, senza “l’uso dei guanti”.

E ancora: le quattro pazienti, che sarebbero state violentate tra gennaio e maggio del 2024, “hanno riferito che, al termine della visita, il medico le aveva invitate a ricontattarlo per i controlli utilizzando il suo numero Whatsapp”. Una ha risposto inizialmente ai messaggi del settantenne, “su consiglio della madre” che temeva quell’uomo “molto potente”; un’altra ci ha interloquito via mail per un altro esame, salvo poi decidere di non incontrare più Sgroi “nonostante avesse una visita di controllo programmata”.

“Tutte le donne – prosegue la giudice – hanno dichiarato di essersi sentite imbarazzate, a disagio, usate per il soddisfacimento di pulsioni sessuali del medico. Tutte le donne hanno riferito di essere ricorse a un ausilio psicologico, non solo al fine di superare il trauma subìto per essersi sentite sporche, quasi “complici” del gesto, per non aver capito e immediatamente reagito, ma anche per meglio elaborare la condotta subdola del medico, che, nell’ambito della professione e dunque nel corso del compimento di un atto medico, con spregiudicate modalità, ha utilizzato la professione medica come mera occasione del delitto”.

Già, la professione medica, di cui Sgroi avrebbe approfittato per mettere le pazienti in una posizione di soggezione psicologica: “Le ragazze, mosse dalla convinzione di trovarsi di fronte a un medico competente, si sono spogliate e sdraiate sul lettino, come da sua richiesta, ponendosi in una condizione, stante l’esibizione di parti intime, che naturalmente ha determinato uno stato di fragilità emotiva”. L’interrogatorio del settantenne, assistito dall’avvocato Domenico Chindamo, è in programma martedì. Il sospetto degli inquirenti è che possano esserci vittime che non si sono ancora fatte avanti: da qui l’appello a denunciare altri eventuali episodi.