Pioltello (Milano), 21 marzo 2024 – Non si arresta la polemica sul caso dell'istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello. Dopo la lettera dei duecento docenti della scuola, è arrivato l’appello della vice preside dell’istituto milanese, Maria Rendani, che si è rivolta direttamente a Sergio Mattarella.
Rendani è stata nominata due anni fa proprio dal presidente della Repubblica cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica, per chiedergli di intervenire dopo le polemiche per la decisione della scuola di rimanere chiusa il 10 aprile, giorno della fine del Ramadan.
"Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci - ha detto ai microfoni del TgR Lombardia la docente premiata per il suo lavoro in classe nel periodo del Covid - perché ci sentiamo soli. Lui è l'unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?".
Rendani ha ribadito che la decisione di chiudere il 10 aprile "è una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l'identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura”.
Al termine della giornata il ministro dell’istruzione Valditara è tornato sulla vicenda con nuove dichiarazioni: ''Non posso accettare che qualcuno insulti o minacci un preside o un insegnante. Ho già detto chiaro che è sintomo di inciviltà aggredire una persona per le sue scelte e per le sue opinioni. Dunque al preside della scuola Iqbal Masih e ai suoi docenti va la mia solidarietà".
"Detto questo vi è anche chi ha cercato di strumentalizzare l'operato degli uffici del Ministero in modo scomposto e indegno. Si è arrivati a parlare di razzismo e di islamofobia. Parole gravi e irresponsabili, soprattutto in un periodo gravido di tensioni – ha sottolineato Valditara.
“A seguito di una accurata verifica disposta dall'Ufficio scolastico regionale lombardo sono emerse talune irregolarità: il provvedimento che ha deliberato la sospensione della attività didattica per il 10 aprile non è stato motivato e introduce una deroga ulteriore al calendario rispetto a quanto previsto dalla Regione Lombardia che prevede un numero massimo di 3 giorni di sospensione della attività didattica a disposizione delle scuole".
"Qualsiasi deroga deve inoltre rispondere ad esigenze del Piano della offerta formativa e non può essere finalizzata in qualche modo a riconoscere nuove festività, compito che non spetta alla autonomia di una scuola – ha concluso Valditara – La vera inclusione negli istituti ad alta presenza di studenti stranieri si realizza con nuove forme di potenziamento della didattica e con più adeguati criteri di formazione delle classi”.