MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Sangue in Paolo Sarpi: "Le urla, poi i fendenti. Eravamo tutti terrorizzati"

Paura intorno alle 11 nel cuore del quartiere di Chinatown gremito di persone. Un 36enne rincorso per strada e colpito con un machete: preso l’aggressore.

Paura intorno alle 11 nel cuore del quartiere di Chinatown gremito di persone. Un 36enne rincorso per strada e colpito con un machete: preso l’aggressore.

Paura intorno alle 11 nel cuore del quartiere di Chinatown gremito di persone. Un 36enne rincorso per strada e colpito con un machete: preso l’aggressore.

di Marianna VazzanaMILANOLa lite. Poi i fendenti in strada, in pieno giorno, tra i passanti della domenica mattina in via Paolo Sarpi. Un uomo cinese di 36 anni è stato colpito al braccio con un machete ed è finito in codice rosso al Niguarda mentre l’aggressore, X.Z., connazionale con precedenti, è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio. "Noi stavamo camminando, una persona ci ha urlato di tornare indietro. Eravamo tutti terrorizzati" racconta una donna che ieri poco prima delle 11 passeggiava insieme al marito e alle due figlie in via Paolo Sarpi, nel cuore della Chinatown milanese, meta di cittadini e turisti. Sul marciapiedi all’incrocio con via Niccolini c’era un uomo a terra, coperto di sangue. Sono stati i passanti a chiamare aiuto. E immediatamente sul posto sono arrivate ambulanze e automediche, polizia di Stato e polizia locale.

Secondo una prima ricostruzione dei poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura, tutto sarebbe nato da una lite per motivi economici: il trentaseienne, che lavora come parrucchiere, è stato raggiunto dal connazionale che pretendeva gli restituisse dei soldi. La discussione è degenerata. A quel punto il trentatreenne ha rincorso l’altro brandendo un machete e, una volta raggiuntolo, lo ha colpito al braccio con la lama davanti a un bar di via Paolo Sarpi quasi all’angolo con via Niccolini, accanto a ristoranti e altre attività commerciali. La vittima è rimasta a terra, cosciente ma in un lago di sangue.

Il presunto aggressore è poi entrato in un ristorante di via Messina dove si è lavato le mani e ha cercato di pulire l’arma che è poi stata ritrovata dagli agenti. Una volta fuori dal locale è stato riconosciuto da testimoni che avevano assistito alla scena ed è stato subito bloccato dalla polizia che, dopo gli accertamenti, lo ha arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Nel frattempo il ferito è stato accompagnato all’ospedale Niguarda dove è stato operato. Nel pomeriggio non risultava essere in pericolo di vita. Non appena sarà nelle condizioni di parlare, l’uomo, incensurato, verrà ascoltato dalle forze dell’ordine che sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione. Il tratto di strada interessato, all’altezza del civico 26, è stato recintato e i rilievi della Polizia Scientifica sono andati avanti fino al pomeriggio. Sul marciapiede è rimasta una sedia bianca completamente imbrattata di sangue. Danneggiata anche la vetrina di un’attività commerciale.

L’aggressione è accaduta a un anno di distanza dalla tragedia di via Cantoni: era il 12 settembre 2024 quando morirono tre giovani cinesi, tra cui due fratelli di 18 e 17 anni e un 24enne, nel rogo appiccato in un magazzino. Tre uomini, tra cui il presunto esecutore materiale, furono poi arrestati a dicembre dai carabinieri e nei giorni scorsi si è aperto il processo. Le accuse sono di omicidio volontario plurimo, incendio e tentata estorsione. Stando alle indagini, il movente sarebbe stato un debito da 40mila euro che il proprietario del magazzino avrebbe avuto nei confronti dei mandanti. Le vittime erano sue ospiti, dormivano quella notte nella struttura e tentarono di salvarsi.