San Siro, il piano B di Sala: “Se Milan e Inter se ne andranno, l’impianto sarà dedicato ai concerti”

Il sindaco ha commentato la questione sullo stadio durante la prima diretta Instagram di “Cose in comune”

Lo stadio di San Siro e nel riquadro il sindaco Beppe Sala

Lo stadio di San Siro e nel riquadro il sindaco Beppe Sala

Milano, 13 marzo 2024 – Se non ci saranno partite, si dedicherà lo stadio di San Siro alla musica e agli eventi: sono queste le parole che il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dedicato al tema spinoso del futuro dello stadio.

Le problematiche legate alla struttura dello stadio di Milan e Inter tengono banco ormai da anni, ma negli ultimi mesi le polemiche, gli incontri e gli scontri riguardo il Meazza si sono intensificati, complici le decisioni di Milan e Inter di traslocare in altri spazi per costruire nuove infrastrutture sportive.

Le parole di Sala in diretta

Nel primo appuntamento della diretta Instagram “Cose in Comune”, Sala si è dedicato al tema stadio dichiarando "di non poter mai immaginare di lasciare San Siro abbandonato", ma se si dovesse incappare in questo scenario allora si lavorerebbe sull'ipotesi di dedicarlo alla musica dal vivo e a eventi di varia natura: quanto meno è la prima via che il sindaco Giuseppe Sala perseguirebbe.

"San Siro ha una storia nei concerti e il business della musica dal vivo è significativo", ha detto riferendo anche di avere avuto contatti con operatori del settore.

Richieste modifiche della struttura

"È la prima via che proverei - ha continuato ancora -. Nel mondo c'è una richiesta estrema" anche se, ha precisato Sala "San Siro è la storia del calcio ed è uno dei motivi per cui insisto" che le squadre rimangano.

Il sindaco ha inoltre spiegato che anche l'ipotesi di ristrutturazione del Meazza per il calcio deve in ogni caso "essere compatibile anche con concerti" e nello studio di fattibilità, ha affermato "ho chiesto anche di lavorare sull'insonorizzazione", in merito alle richieste dei residenti della zona che si lamentano della confusione: sulla questione erano anche intervenuti Vasco Rossi ed Eugenio Finardi. 

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