SERENA CURCI
Cronaca

Matteo Rainisio, lo scroccone dei cieli: “Da gennaio a oggi 81 voli grazie ai punti fedeltà”. Volare gratis? Ecco come di deve fare

Ha inventato il “Flight Club“: “Svelo i trucchi per risparmiare Un consiglio a chi ha paura di salire sull’aereo? Un buon libro e buona musica”

Matteo Rainisio durante uno dei duemila voli presi in tutta la sua vita

Matteo Rainisio durante uno dei duemila voli presi in tutta la sua vita

Milano, 9 agosto 2025-  Prima regola del “Flight Club”: avere la carta giusta. Questo è l’obiettivo del sito ideato da Matteo Rainisio: diffondere consapevolezza su punti e ai programmi fedeltà destinati ai “pendolari del cielo“. Volare costa caro, ma non è detto che trascorrere notti insonni alla ricerca dell’offerta migliore sia l’unico modo per viaggiare ad alta quota e tutelare il portafogli. Da tempo Rainisio si iscrive ai programmi fedeltà delle compagnie aeree e questa strategia gli consente di sorvolare le città a prezzi competitivi; se molti italiani scelgono di collezionare punti tra le corsie dei supermercati ottenendo padelle o pentole a pressione in regalo, il founder del sito e del profilo social “The Flight Club” li usa

per solcare i cieli e raggiungere le mete più ambite. “Ho trascorso anni e anni a leggere pagine e forum americani che trattano questi temi e mi chiedevo sempre: “Ma perché in Italia non ne parla nessuno?” – racconta Rainisio –. Così durante il Covid, quando la speranza di tornare a volare sembrava un miraggio, ho pensato: “È giunto il momento di

scendere in campo“”.

Rainisio, “The Flight Club” è un chiaro riferimento al film “Fight Club”: perché omaggiare il regista David Fincher?

“Metto le mani avanti: nessuna esortazione a compiere atti violenti. L’idea è di creare, come nella pellicola, una piccola cricca con uno scopo decisamente diverso: accumulare punti e miglia. Ho ideato la piattaforma per raccontare all’utente italiano una realtà spesso ignorata: è possibile iscriversi ai programmi fedeltà delle compagnie aeree per tornare a viaggiare a prezzi bassi. Trovo paradossale che nel nostro Paese, dove collezioniamo punti nei supermercati e persino dal benzinaio, la possibilità di volare spendendo poco sia così poco nota. Negli Stati Uniti, ma anche in Germania o in Francia, ci sono parecchi ‘malati di punti’ come me”.

Come mai in Italia questa possibilità è poco conosciuta?

“Diverse ragioni: nel nostro Paese i programmi fedeltà sono legati alle stesse leggi che regolano i concorsi a premio e di conseguenza soggetti a una forte burocratizzazione. Secondo motivo: non sempre in Italia le aziende scelgono di mettere al centro il compratore, anzi percepiscono i punti fedeltà unicamente come una minaccia, come un debito che indebolisce il loro bilancio. Al posto di spingere per una

maggiore fidelizzazione del singolo, sperano sempre che il loro cliente si sia dimenticato di quei punti. Così l’azienda prende due piccioni con una fava: estingue il debito e non deve nemmeno erogare un premio. In breve: in Italia questo sistema non ha mai funzionato perché le compagnie hanno sempre messo in secondo piano il valore dei punti”.

Perché è così importante accumulare i punti?

“È un discorso applicabile a qualsiasi tipologia di acquisto, dalla marmellata al supermercato al biglietto aereo: nel costo dei prodotti che compriamo sono inclusi i punti che accumuliamo. Sorge spontanea una domanda: “Perché non sfruttarli?””.

Perché il suo soprannome è “Il Barbone”?

“L’ho scelto per due aspetti che mi caratterizzano: la barba folta e la capacità di volare senza pagare i biglietti, solo accumulando i punti. Diciamo che mi definisco uno “scroccone dei cieli””.

Quanti voli ha fatto nel corso della tua vita?

“Circa 2 mila. Da gennaio a oggi ho volato 81 volte”.

Con The Flight Club avete introdotto la figura l’“avvocato dei voli”. Di cosa si occupa?

“Supportiamo i passeggeri che devono affrontare cause legali contro compagnie aeree. Non è una figura innovativa, anzi tante piattaforme la mettono a disposizione, ma noi abbiamo una politica diversa: non chiediamo soldi al viaggiatore, per lui l’assistenza è gratuita. Il nostro ricavo proviene dalle spese legali della compagnia aerea che ha perso la causa. Le altre piattaforme forniscono un avvocato, ma si prendono una ricca percentuale dal rimborso che spetterebbe invece solo a chi viaggia”.

Quali consigli si sente di dare a chi vorrebbe viaggiare di più?

“Mi scrivono molte persone che hanno paura di volare ma vorrebbero provare, il primo suggerimento è per loro: con un bel libro tra le mani e buona musica nelle orecchie non ci si accorge di essere tra le nuvole. Il secondo consiglio è abbandonare tutte le tecniche strane e contorte per ingannare gli algoritmi e pagare meno i biglietti: mettere la Vpn non serve a nulla, è un’illusione. Ultima cosa: trattate l’aereo con lo stesso rispetto con cui trattereste casa vostra”.