
Luci dal carcere minorile Beccaria dopo una delle tante evasioni
Milano, 9 agosto 2025 – Sputi in faccia, calci e pugni sull’intero corpo, in un caso anche un colpo alla testa con uno stivale, 42 indagati tra vertici, medici e agenti in servizio al carcere minorile Beccaria. Maltrattamenti, lesioni, falso e torture che ora vedono salire la lista dei responsabili - i primi 13 arresti risalgono all’aprile 2024 - e mettono in fila più episodi di violenza, dal 2021 al marzo 2024. Nel novembre 2023 un ragazzo di origine araba viene colpito da alcuni agenti della penitenziaria con “più cinghiate anche sulle parti genitali fino a provocarne il sanguinamento”.
t orture con lacci al collo dei detenuti, insulti, spesso razzisti. Emergono comportamenti “disumani“ dalle carte della richiesta di incidente probatorio avanzato dalla Procura nei confronti diFrequenti le violenze psicologiche e fisiche e le umiliazioni: in più occasioni i detenuti vengono portati all’interno di una stanza priva di telecamere e aggrediti in gruppo, anche utilizzando le manette per immobilizzarli. “Compare io ti mangio il cuore” è una delle frasi più crude pronunciate da un poliziotto della penitenziaria prima di colpire un ragazzino.

Tra gli indagati anche le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti e Raffaella Messina, per un periodo reggente dell’istituto, indagate per non aver vigilato e per aver “omesso di impedire le condotte reiterate violente e umilianti all’interno dell’Ipm Beccaria commesse dagli agenti della polizia penitenziaria a loro sottoposti, ai danni di numerosi detenuti”. C’erano agenti che in gruppo, anche di venti, infierivano su ragazzini ammanettati dietro la schiena, “perché così era impossibile per loro parare i colpi con le mani”.
Botte date con tale violenza che fanno dire a una minorenne: “Hanno spaccato un mio amico (...). Giuro, c’aveva qua sul labbro l’impronta della suola degli anfibi. Sanguinava dalla bocca ed era tutto gonfio”, racconta uno dei minorenni. Ed era talmente noto a tutti il “metodo educativo degli agenti” che i giovani detenuti fra loro si organizzavano, c’era chi si copriva “con tanti vestiti a strati perché così sentiamo meno male”. E chi aspettava l’arrivo dei picchiatori bagnando il pavimento e gettando sapone sperando di farli cadere, a chi si insaponava tutto per ’far scivolare’ i pugni.
Tre sanitari, un coordinatore sanitario, un medico e un coordinatore infermieristico, all’epoca dei fatti in servizio all’istituto Beccaria sono indagati per aver redatto “referti falsi o concordati con gli agenti della Polizia Penitenziaria in relazione alle lesioni patite dai detenuti e assistito a plurime aggressioni realizzate dagli agenti della Polizia Penitenziaria, omettendo di attivare qualsiasi segnalazione o intervento”. Nell’aprile dello scorso anno in occasione del tentativo di suicidio di un minorenne, gli agenti erano rimasti a guardare un giovane che si metteva al collo una corda fatta con alcune lenzuola che aveva attorcigliato.
Gli agenti dall’esterno cominciano a minacciarlo: “Se entriamo lì ti facciamo a pezzi noi”. Dopo il tentativo di impiccagione e il risveglio dalla perdita di coscienza del giovane, gli agenti cominciano a prenderlo a schiaffi, poi lo colpiscono con una forte ginocchiata sul fianco, mentre piangeva e continuava a dire di voler morire.
A quel punto, così si legge nelle carte depositate, siccome il ragazzo dopo la ginocchiata tenta di fuggire, una ventina di agenti lo circondano e cominciano a picchiarlo con pugni, schiaffi e calci per poi lasciarlo dentro la cella ammanettato in modo che non si potesse muovere.
Nel maggio dello stesso anno un minore aveva chiesto agli agenti un pezzo di cioccolata e, a causa del rifiuto, aveva cominciato ad autolesionarsi. A quel punto gli agenti lo portano in una seminterrato lo prendono a calci su tutto il corpo e nel viso fino a quando il detenuto resta a terra. Uno degli agenti lo colpisce con ripetuti calci nella pancia e con un calcio in faccia che gli provoca uno svenimento. Poi, dopo che il detenuto riprende i sensi, lo costringono a spogliarsi e siccome tremava lo picchiano nuovamente. Quando il minorenne ha una crisi asmatica lo colpiscono con due schiaffi a mano aperta facendogli sbattere la testa contro il muro difronte all’infermiere che gli somministrava il “Ventolin”.