
Si riaccende la polemica sull’annunciato taglio dell’albero a ridosso della piazza
"La tutela del verde prioritaria, lo chiediamo ancora: si salvi il bagolaro di Isola Ponti". Quasi trecento firme raccolte online, l’estate non smorza la polemica sull’annunciato taglio del grande albero a ridosso della piazza Garibaldi, previsto nell’ambito dell’ultima tranche di restyling del centro. Le petizione era stata lanciata da un cittadino a inizio estate: "Si integri l’albero nel progetto". Ma sull’abbattimento nessun dietro front in vista: "Non è - sottolinea il sindaco Fabio Colombo - una decisione “contro la natura”, ma una scelta difficile e necessaria, fondata su analisi tecniche". Un passo indietro. Risale a luglio, mese in cui, fra l’altro, sono stati inaugurati la piazza Garibaldi e la via Vittorio Veneto rinnovate, l’esplosione del "caso bagolaro". Per l’area su cui la pianta si trova è previsto il rifacimento. E il taglio è stato deciso, così l’amministrazione comunale, sulla scorta di perizie che certificherebbero l’incompatibilità con piano urbanistico e problemi di sicurezza dati da dimensioni e radici. In piena estate, la petizione. "Chi l’ha promossa - spiega Paola, sostenitrice della campagna "no taglio" e fra gli animatori del dibattito social - non lo ha fatto per "principio" o politica. Ma perchè pensa davvero che, in questi tempi, occorra un cambio di mentalità. Ogni albero è un valore". Il bagolaro ventennale fu frutto di una piantumazione fai da te. "Non è una motivazione per eliminarlo. Si cerchi una soluzione". Petizione e inviti alla riflessione. Nei versi dell’artista Monia Cannistraci è il bagolaro a lanciare il suo appello: "Non chiedo gloria, né voce né bandiera / ma solo di restare, un’altra primavera. Non sono solo legno, né ingombro da tagliare / sono parte del luogo, un vostro familiare". Alla campagna la replica del sindaco Colombo, che denuncia la strumentalizzazione. "Una forza di minoranza ha lanciato il sasso e la raccolta firme mira a ottenere consenso attraverso la disinformazione. Promuovere il confronto è legittimo, utile e arricchente. Ma è profondamente scorretto alimentare tensioni facendo leva sulla buona fede dei cittadini". Nel merito. "L’albero, piantato nel 2006 da privati e senza le necessarie valutazioni tecniche, oggi rappresenta un problema concreto. Le radici stanno compromettendo la pavimentazione. Le dimensioni raggiunte e la posizione inadeguata comportano seri rischi per la sicurezza, specie in caso di eventi estremi". Lo strale. "Dove erano questi "difensori del verde" quando, in via Da Vinci, sono stati avvelenati alberi sani? Silenzio. Eppure, questa Amministrazione ha già messo a dimora centinaia di nuovi alberi".