
Carlo Fidanza capo delegazione di Fdi al Parlamento Europeo con Arianna Meloni
"Assolutamente prematuro". Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, risponde così a chi gli chiede se sarà lui il prossimo candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia. Non conferma ma neppure smentisce. Prende tempo. Parole, le sue, proferite a margine dell’evento “Il tempo delle donne“ ospitato alla Triennale. "Ora – ha proseguito Fidanza – sono onoratissimo di guidare la delegazione più grande di parlamentari europei italiani, abbiamo molto da fare in Europa per la Lombardia e continueremo a occuparci della Lombardia da Strasburgo".
Ma stando alle indiscrezioni che circolano tra Pirellone e Palazzo Lombardia, all’interno del partito sono già iniziate le grandi manovre per consolidare la candidatura di Fidanza, a partire dall’alleanza appena siglata tra la corrente che fa capo proprio all’europarlamentare e quella che fa capo a Mario Mantovani. A tal proposito c’è chi parla di "Santa Mantovananza", giocando sia sull’assonanza con la storica Santa Alleanza sia sulla crasi tra i cognomi dei due capicorrente. Si vedrà. Alle urne mancano più di due anni e in politica due anni sono tanti, senza contare che nel mezzo ci sono le Comunali milanesi, test che restituirà numeri e pesi sui quali la coalizione di centrodestra si troverà a ragionare anche per decidere come affrontare le successive scadenze elettorali.
In Triennale c’era anche e soprattutto Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio dei ministri e donna forte del partito. L’imminente ingresso di Debora Massari, figlia del noto pasticcere Iginio, nella Giunta regionale lombarda al posto di Barbara Mazzali, si deve, a quanto pare, proprio a loro, alle sorelle Meloni: "Decisione romana" sussurrano da Palazzo Lombardia. Più di un consigliere regionale di Fratelli d’Italia non ha preso benissimo il modo col quale si è deciso l’avvicendamento all’assessorato del Turismo e in una riunione tenutasi giovedì pomeriggio c’è chi, ad un certo punto, ha proposto di inviare una lettera alla premier e a Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione del partito, per chiedere un maggior coinvolgimento nelle scelte. A creare malcontento non è solo il fatto che la "scelta sia stata calata dall’alto". Tra i consiglieri c’è chi mastica amaro anche perché, per la seconda volta, entrerà in Giunta un profilo esterno, che non si è confrontato con le urne e gli elettori lombardi alle ultime Regionali: era successo con Federica Picchi, entrata nell’esecutivo come sottosegretaria, e ora succederà di nuovo con Massari. Alla fine, però, non se n’è fatto nulla: dal Pirellone non è partita e non partirà alcuna lettera.
Chi ci rimette, nell’avvicendamento Mazzali-Massari, è Giorgio Bontempi, che dovrà lasciare il suo posto in Consiglio regionale proprio alla Mazzali. Quest’ultima non pare intenzionata ad uscire dal partito, nonostante il demansionamento. Almeno non per ora. Come detto, la sostituzione in Giunta dovrebbe avvenire all’inizio della prossima settimana. Da capire, a quel punto, se si aprirà o no un vero rimpasto. Non è un mistero che Forza Italia voglia pesare di più a fronte della crescita del proprio gruppo consiliare. Due le opzioni nel mirino dei forzisti, entrambe a scapito della Lista Fontana: puntare all’assessorato all’Ambiente di Giorgio Maione o al posto di vicepresidente del Consiglio di Giacomo Basaglia Cosentino.