
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Pavia – È l’ennesimo appello per la disumana condizione di molti bambini nel mondo quello fatto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la cerimonia in cui gli è stato consegnato il Premio Burgio da parte dei rappresentati delle istituzioni di Pavia. L’evento si è tenuto al Quirinale e hanno preso la parola il rettore dell’Università degli Studi di Pavia, Francesco Svelto, e il presidente della Fondazione Irccsdel Policlinico San Matteo, Alessandro Venturi. Dopo la lettura della motivazione, Svelto ha consegnato il premio al presidente, che ha voluto ringraziare tutti i presenti e ricordare “il nome cui il premio è intitolato, il Professor Roberto Burgio; che ho conosciuto, apprezzato e ammirato per la sua opera. Avverto il privilegio di essere accostato, oggi, alla figura di un insigne italiano e – mi si sarà consentito – di un luminare palermitano”
"Soleva dire – ha detto Mattarella – che i pediatri sono una sorta di “antenna sociale”, ponendo in evidenza la funzione che svolgono nella continuità e nello sviluppo di una società. Rigore scientifico e osservazione clinica hanno caratterizzato la sua esperienza di medico e di docente, nell’ambito del contributo della pediatria italiana alla crescita delle condizioni di salute infantile nel nostro Paese. Non era casuale il suo strenuo sostegno alla pratica dei vaccini in età pediatrica”.
Il presidente della Repubblica ha poi parlato della condizione dell’infanzia nel mondo, che “costituisce un costante richiamo alle coscienze. I diritti dei bambini sono continuamente a rischio e sovente vengono lesi. Non soltanto nelle zone di guerra, dove siamo in presenza di una vera e propria emergenza umanitaria, che colpisce in particolare l’infanzia. Pesa il ricordo straziante di bambini da tempo in condizioni disperate di denutrizione e di abbandono sanitario, come in Sudan; di bambini rapiti e sottratti alle loro famiglie come in Ucraina; di bambini, anche neonati, uccisi o rapiti dal terrorismo come nella turpe giornata del 7 ottobre di due anni fa; di bambini che muoiono per fame, anche quando ricoverati per denutrizione in ospedali che sono mezzi per soccorrerli e sovente distrutti dai bombardamenti come nella disumana, ostinata condizione di Gaza; questo stato di cose rappresenta un peso di inciviltà, insostenibile per la comunità internazionale”.
“Sono queste – ha continuato il capo dello Stato – le tragiche conseguenze, davvero tragiche, come tutti avvertiamo, della brutale violenza delle guerre. Condizioni che si affiancano a quanto endemicamente avviene nelle aree meno fortunate del mondo. Denutrizione, fame, conseguenze che ne derivano sulla crescita dei bambini devono alzare l’attenzione della nostra coscienza, della coscienza dei popoli. Nel mondo, in tante sue parti, - come risulta dalle Agenzie internazionali, dall’Unicef all’Oms – oltre duecento milioni di bambini e bambine sono affetti da malnutrizione o da cronica denutrizione. Vi sono stati progressi negli ultimi anni, particolarmente negli ultimi dodici anni – ma anche per gli effetti, dell’attuale congiuntura mondiale – che, insieme all’aumento dei conflitti e delle tensioni, sta registrando una grave, riprovevole, diminuzione degli aiuti internazionali destinati alle zone di crisi – tende ad aggravarsi. Siamo ben lontani dal conseguimento degli obiettivi di sviluppo definiti, all’Onu, per il 2030”.
“Quale futuro sta predisponendo per sé l’umanità?”, si è poi chiesto Mattarella. “È un interrogativo non retorico, non fuori luogo – in un periodo di veloce sviluppo scientifico che offre strumenti sempre più avanzati, di grandi prospettive – se lo misuriamo questo interrogativo – sui volti e sui corpi denutriti di tanti bambini. Il messaggio consegnatoci da Roberto Burgio, con la lucida, coinvolgente, sensibilità riversata nel suo insegnamento nelle aule, in clinica, nello sguardo attento alla società, rafforza l’esigenza e l’attesa che la comunità internazionale ritrovi, dentro di sé, le ragioni della solidarietà che le hanno permesso di salvarsi di fronte ad altre prove. Con la speranza – così ben raffigurata in quest’albero – che raffigura e esprime il Premio Roberto Burgio e ne ricorda la figura”.