
La catena umana organizzata questa mattina ha coinvolto centinaia di ciclisti
Milano, 19 settembre 2025 – Una pista ciclabile da difendere con le unghie contro le invasioni da parte di auto e furgoni. Da difendere anche con una catena umana di protesta, come quella andata in scena questa mattina 19 settembre per tutto il tratto di viale Monza da piazzale Loreto fin oltre Gorla e Precotto. Vi hanno aderito centinaia di ciclisti di ogni età, che la percorrono ogni giorno, esasperati dal dover fare costantemente lo slalom fra veicoli che la tagliano o la occupano per accedere agli stabili, fra consegne, persone che devono salire o scendere, doppie file e quant’altro.
I motivi della protesta
La manifestazione ha raccolto centinaia di adesioni, come si può vedere dalla pagina Instagram “Maledettebiciclettemilanesi”. Intorno alle 7,30 del mattino promotori del sit in e i tanti che vi hanno aderito sono montati in sella alle loro bici e hanno formato una specie di cordolo umano lungo la linea tratteggiata sull’asfalto che delimita la ciclabile e che la separa – idealmente – dalla carreggiata e dal marciapiede a fianco. Alcuni hanno anche ribaltato la loro bici e l’hanno collocata a terra alla stregua di un muro. Gli amministratori del profilo Instagram sono categorici: “Perché è ancora assurdamente necessario manifestare per urlare che le infrastrutture ciclabli devono essere rispettate e rese sicure!”, scrivono. A loro replica Jvonne Cassese: “Anche in viale Caterina da Forlì e in via Sardegna la ciclabile è tutto tranne che sicura! Da rifare...”.

Una linea sull’asfalto
L’elemento debole della ciclabile, in viale Monza come in altre parti di Milano, è che alla fine è caratterizzata solo da una delimitazione realizzata con la vernice. Una riga tratteggiata sull’asfalto, insomma, che verrebbe rispettata in un villaggio svizzero ma che invece, come denunciano ancora i partecipanti all’iniziativa di questa mattina, nel caotico traffico milanese viene costantemente ignorata da autisti, conducenti di furgoni, da chi deve parcheggiare. Con aspetti di pericolosità che ne derivano.

Il Codacons mobilitato
C’è infine la questione dei (pochi) controlli. Sposata dall’associazione per la difesa dei consumatori Codacons, che ha già preannunciato una serie di azioni e che chiede l’installazione delle telecamere: “È inconcepibile che a Milano, città che dichiara di voler promuovere la mobilità sostenibile, i cittadini siano costretti a proteggere da soli le piste ciclabili. L’occupazione abusiva delle corsie riservate ai ciclisti non solo viola il Codice della Strada, ma rappresenta un grave pericolo per la sicurezza pubblica, costringendo i ciclisti a invadere la carreggiata riservata alle auto e aumentando il rischio di incidenti”.

"Più controlli”
Il Codacons intende muoversi nei confronti del Comune (e anche della Prefettura) "affinché vengano intensificati i controlli da parte della Polizia locale, installati sistemi di videosorveglianza e applicate sanzioni immediate contro chi utilizza le piste ciclabili come parcheggi abusivi”.