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Poteri speciali per Roma, la Lega lombarda ingoia il rospo e rilancia: “Li vogliamo anche per Milano”

Il capogruppo regionale Massimiliano Romeo annuncia la presentazione di un disegno di legge analogo per la metropoli lombarda: “Anche Milano è una capitale, è il centro finanziario del Paese e uno dei più importanti a livello internazionale”

La Madonnina e la statua equestre del Marc'Aurelio nella piazza del Campidoglio

La Madonnina e la statua equestre del Marc'Aurelio nella piazza del Campidoglio

Milano, 31 luglio 2025 – È il fuoco che cova sotto la cenere, sopito ma sempre pronto a riaccendersi. È l’eterna diatriba fra due città che storicamente diffidano l’una dell’altra e, salvo casi singoli e rari episodi, non si sono mai in fondo "amate”. A riattizzare la competizione fra Roma e Milano – capitale de jure la prima e capitale de facto al pari della città eterna la seconda – è stato il disegno di legge varato dal Governo che concede poteri speciali a Roma in virtù del suo ruolo di capitale.

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Beppe Sala, entrambi sostenuti da Pd e da una maggioranza di centrosinistra
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Beppe Sala, entrambi sostenuti da Pd e da una maggioranza di centrosinistra

L’articolo da riscrivere 

Un progetto, quello di conferire alla città dei papi un’autonomia decisionale e politica per le sue caratteristiche uniche, in modo da distinguerla dagli altri Comuni italiani, e di “sigillarlo” a livello costituzionale – con una modifica dell’articolo 114 in cui si parla della suddivisione amministrativa territoriale della Repubblica – di cui si discute da decenni. Addirittura dal secondo dopoguerra. Che non è mai decollato. Ora però sembra la volta buona. E non poteva che essere una presidente del Consiglio “romana de Roma” (della Garbatella) a schiacciare sull’acceleratore. 

“Siamo la capitale finanziaria” 

E che la faccenda stavolta sia seria, lo conferma la reazione della Lega lombarda, che è improvvisamente tornata alle sue origini, ai tempi in cui un allora giovane Umberto Bossi gridava “Roma ladrona” e sognava Milano capitale della Padania. E così, all’indomani dell’annuncio del progetto che concede al Campidoglio potestà d’intervento su undici settori, si fa sentire il segretario regionale e presidente dei senatori di Palazzo Madama Massimiliano Romeo: “Come Lega stiamo lavorando a un disegno di legge costituzionale per riconoscere poteri speciali anche a Milano. Roma è il cuore pulsante della politica italiana e merita poteri speciali, ma li merita anche Milano essendo la "capitale economica e finanziaria” del Paese. Roma ha un riconosciuto ruolo culturale mondiale, ma Milano è un centro finanziario altrettanto riconosciuto a livello internazionale e ogni giorno traina  l'economia italiana dandole forza, per questo come Lega riteniamo abbia diritto a un riconoscimento istituzionale analogo e stiamo lavorando per questo". 

Massimiliano Romeo è nato a Monza nel 1971
Massimiliano Romeo è nato a Monza nel 1971

La Lega romana entusiasta  

A fare da contraltare alle parole di Romeo, c’è però la componente non lumbard della Lega ormai nazionale, entusiasta per il riconoscimento a Roma di uno status costituzionale che dà carta bianca al Campidoglio su svariati settori, dalla polizia locale ai trasporti, dalla gestione del territorio alla cultura, turismo e artigianato, che finora non c’era mai stato. "L'approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale per Roma Capitale è una grandissima notizia per la nostra città – dice entusiasta Davide Bordoni, segretario leghista del Lazio e consigliere del vicepremier (milanese) Matteo Salvini – a cui finalmente viene restituita la dignità che ha sempre meritato. Per la sua complessità e per la sua dimensione sociale, culturale ed economica, Roma ha bisogno di recuperare la corretta gestione del territorio e l'unico modo per rispondere in maniera risolutiva e diretta alle esigenze di chi la vive”.

Il post di Matteo Salvini su Facebook del febbraio 2012
Il post di Matteo Salvini su Facebook del febbraio 2012

L’assist di Salvini 

"La capitale d'Italia è Roma. E Roma non è una città come le altre", ha affermato la presidente Meloni, aggiungendo come sia “impietoso il paragone con le altre capitali europee e mondiali, che godono di status particolari e sono delegate ad esercitare poteri specifici". Parole che non possono certo suonare come musica per orecchie ambrosiane. Alle quali si sono aggiunte quelle di un milanese come Salvini, che ha celebrato la caput mundi ricordando come “Roma non è Milano, che ha un settimo della sua superficie; non è Napoli, non è Torino: Roma è Roma, è la capitale”. Il vicepremier, che sogna di premiare Milano realizzando nel quartiere di Baggio niente meno che una centrale nucleare, ha fatto così finalmente ammenda delle parole poco lusinghiere che 13 anni fa – era il 2012 – aveva espresso in un post su Facebook: “Niente da fare – scriveva – Roma e i romani sono su un altro pianeta. Irrecuperabili”… 

La festa del Redentore a Rialto sul Canal Grande
La festa del Redentore a Rialto sul Canal Grande

“Poteri speciali anche a Venezia” 

Milano, che per il momento “incassa” e mostra una certa nonchalance nei confronti dell’eterna rivale, ha però trovato un inaspettato, indiretto sostegno dai veneziani, la cui diffidenza nei confronti di Roma è superata solo da quella dei marsigliesi per Parigi o dei barcellonesi per Madrid. “Il varo della disegno di legge per Roma rappresenta – dice l'assessore al turismo della Serenissima, Simone Venturini – un'ottima occasione per il Parlamento affinché prenda in considerazione anche la realtà di Venezia, la sua specificità. Una città unica che, per la sua amministrazione e gestione, richiede di sicuro strumenti speciali, adeguando competenze e poteri". Per l’assessore della città dei dogi “non si può perdere questa occasione per riconoscere carattere di unicità anche a Venezia, che richiede da tempo più risorse e più strumenti di governo". Un’estemporanea alleanza lombardoveneta insomma, a cui potrebbero aggiungersi perché no Torino e Napoli, alla stregua della battaglia di Legnano di qualche secolo fa contro il potere e l’esuberanza della capitale. Perché alla fine è sempre l’Italia dei Comuni, e dei campanili.