
L'aquila al momento della liberazione
Vanzago (Milano) – Era stata ripescata dai vigili del fuoco nelle acque del Lago di Como lo scorso 18 agosto, con sintomi riconducibili a un'intossicazione da piombo. Dopo settimane di cure specializzate al Cras - Centro di recupero fauna selvatica del Wwf di Vanzago, l'aquila reale è tornata in libertà in Val d'Intelvi.

L'animale, una femmina di 3-4 anni, era stata notata dalla Guardia Costiera nel lago, di fronte al Comune di Lezzeno, in situazione di difficoltà. Al momento del recupero era in condizioni piuttosto critiche, molto debole e sottopeso. Il piombo delle funzionalità da caccia, infatti, può rimanere nelle interiora delle prede abbattute, causando intossicazioni acute o croniche negli animali che se ne cibano. Dopo il recupero era stata portata nel "pronto soccorso" degli animali selvatici che si trova all'interno dell'oasi del Wwf di Vanzago, alle porte di Milano. Qui è stato curato dell'équipe medico veterinaria e dai volontari che ogni anno di lavoro di quasi 5.000 animali feriti o in difficoltà. L'aquila, prima della liberazione, è stata dotata di trasmettitore Gps e inanellata dagli esperti di Ispra, in modo che verrà seguita passo passo nel suo percorso di ritorno in natura.
Solo poche settimane fa un'altra aquila, proveniente dal comune di Gargnano (Bs), era stata ricoverata nel Cras Wwf di Valpredina con una grave frattura all'ala prima di morire. Anche in questo caso, dopo i prelievi e le analisi eseguite sulla carcassa, l'animale presentava valori di piombo nelle ossa, nel fegato e nel cervello. Indici di esposizione quasi cronici possono portare alla morte e addirittura provocare gravi disturbi comportamentali. Purtroppo l'intossicazione da piombo, in particolare legata alle munizioni da caccia, è ancora una causa di mortalità significativa in particolare degli uccelli rapaci.