Teatro alla Scala, il futuro sovrintendente Ortombina: “Non ho ancora firmato, ma succederà”

Mercoledì l’incontro con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Il confronto è stato positivo in termini di scambio di idee su tutto il progetto”. L’inizio è previsto per il 1° settembre

Il futuro sovrintendente della Scala, Fortunato Ortombina

Il futuro sovrintendente della Scala, Fortunato Ortombina

Milano, 30 maggio 2024 – Ancora impegnato alla Fenice di Venezia, ma pronto anche per il Teatro alla Scala di Milano. 

Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico del teatro veneziano, questa mattina ha presentato la Stagione Lirica e Sinfonica 2024-25 del teatro veneziano, ma ha anche parlato del suo futuro. “Sarò alla Fenice fino alla fine del mio contratto, che scade ai primi di gennaio del 2025. Fino ad allora io sarò qui e seguirò la gestione della Fenice giorno dopo giorno, come ho sempre fatto per vent'anni”. E a proposito della sua designazione come sovrintendente del teatro milanese, ha precisato di aver incontrato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nella sua veste di presidente della Fondazione scaligera, ed “il confronto è stato positivo in termini di scambio di idee su tutto il progetto”.

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Ortombina ha poi ricordato di non aver ancora firmato il contratto con la Scala e che comunque ha fatto sapere al suo nuovo Teatro che avrà “rispetto totale degli impegni presi con la Fenice fino alla scadenza naturale del mio mandato”.

“Nei prossimi giorni firmerò il contratto con la Scala con partenza dal 1° settembre ma non mi sottrarrò agli impegni alla Fenice - ha spiegato Ortombina - Almeno fino a febbraio, e forse ancora per un po', alla Scala c'è il sovrintendente Dominique Meyer di cui ho il massimo rispetto. Ieri sono stato a Milano per incontrare il sindaco Sala ma non ho varcato la soglia della Scala proprio per questo rispetto che nutro verso il lavoro di Meyer. Quanto alla Fenice, si deve preparare la successione, lasciamo lavorare serenamente il sindaco Luigi Brugnaro e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Nel frattempo alla Fenice non mancherà nulla, io non devo delegare nessuno”.

“Lascio il Teatro della Fenice dopo vent'anni ed è sicuramente un bene che avvenga questo ricambio - ha affermato tra l'altro Ortombina - Non sarà facile andare alla Scala ma ancora più difficile sarà lasciare Venezia. Per il futuro della Fenice non sono preoccupato, perchè chiunque sarà il mio successore qui troverà una grande, affiata squadra di dipendenti ben consapevoli di essere parte del patrimonio che rappresenta La Fenice. Per me ci sarà una parentesi di qualche anno a Milano ma poi tornerò alla Fenice da abbonato”. Ortombina ha rivolto un'unica raccomandazione: “La Fenice deve andare più avanti di prima. E le istituzioni devono dare continuità al lavoro fatto finora e dare corpo ai tanti progetti aperti”.

Nel corso della conferenza stampa una giornalista ha ricordato che l'attuale sovrintendente della Scala Dominique Meyer si è lamentato delle ingerenze della politica per la fine del suo incarico ed è stato chiesto a Fortunato Ortombina un parere a tal proposito. “I teatri d'opera, un po' anche per la loro natura, ritengo che siano più indipendenti dalla politica rispetto ad altri ambienti che possono sopportare di più le pressioni - ha sostenuto - Il teatro d'opera è un'istituzione che deve rendere subito conto di quello che fa, dove devi dimostrare quello di cui sei capace di fare non nel futuro ma nel presente. Non sono molto preoccupato di questo aspetto specifico”.