
L'androne di via Verro, zona Vigentino, dove viveva la donna. La figlia, al suo arrivo a casa della madre, ha accusato un malore
Milano, 15 maggio 2025 – Forse uno screzio avvenuto mesi prima, non tale però da spiegare perché un ragazzino di 15 anni abbia atteso la ex vicina di casa 82enne, per poi strangolarla e colpirla con una lampada, fino a ucciderla: resta inspiegabile, a 24 ore di distanza, nonostante il 15enne fermato nel pomeriggio di ieri abbia ripetuto a polizia e pubblico ministero la confessione già fatta alla madre, il movente dell'omicidio di via Verro nel quartiere Vigentino di Milano. Oggi il minorenne è stato di nuovo ascoltato dal magistrato del Tribunale per i minorenni per la convalida del fermo.

L’attesa sulle scale
Il 15enne ieri è uscito di casa per andare a scuola, ma in classe non è mai entrato. È andato invece nel condominio della vittima, in cui anche lui e la madre sudamericana hanno vissuto per circa due anni, fino a poco più di un anno fa. Entrato verso le 9, è uscito quattro ore più tardi. Le prime tre le trascorre sulle scale, forse in attesa dell'anziana. La donna rientra dopo mezzogiorno (l'orario preciso è ancora da verificare), lo incontra e gli apre la porta. I due si conoscono, l'82enne è molto legata alla mamma del ragazzo. Teresa Meneghetti, “Terry” com’era affettuosamente chiamata dal vicinato e da chi nel quartiere la conosceva, era una donna autonoma, tutte le mattine andava al bar che amava frequentare per prendersi un caffè.

L’aiuto negato
Non risulta però che il 15enne avesse mai avuto con la signora un legame particolare, né che fosse già andato a trovarla da quando non viveva più in via Verro. I due – a quanto lui stesso ha raccontato agli agenti delle volanti che indagano sull'omicidio, coordinati dal pubblico ministero della Procura per i minorenni di Milano Pietro Moscianese Santori – si erano incontrati qualche mese fa. In quell'occasione il ragazzino dice di aver chiesto alla ex vicina un aiuto per allontanarsi da casa e che lei glielo avrebbe negato.
La confessione in Questura
Una discussione che – a quanto ricostruito – non si sarebbe ripetuta ieri: il 15enne reo confesso non ha riferito infatti di nessuna lite con la vittima prima dell'aggressione. Alle 13, a omicidio compiuto, il minore si allontana dal condominio di via Verro, torna a casa dalla madre e le racconta tutto. La donna chiama la polizia: alle 14.30 il doppio intervento delle Volanti, che in via Verro trovano la donna morta e a poca distanza, in casa sua, il 15enne che dice di averla uccisa. Portato in Questura il ragazzino conferma tutto.
Supporto psicologico
Incensurato, senza aver mai mostrato aggressività in passato, ma solo delle difficoltà legate a uno stato depressivo e affrontate con un supporto psicologico, il minore è stato sottoposto a fermo per omicidio volontario e portato nel carcere Beccaria di Milano. La convalida del fermo, dopo l’interrogatorio di oggi, è atteso nei prossimi giorni.
L’allarme del Tribunale per i minorenni
Il Tribunale per i minorenni di Milano "sta seguendo da settembre 2024 cinque casi di eventi delittuosi con sette vittime commessi da giovani minorenni". Lo ha detto Maria Carla Gatto, a sottolineare la preoccupazione della magistratura (e delle istituzioni) per questi gravi fenomeni di violenza giovanile, a margine di un evento che si è tenuto oggi all'Università Cattolica del Sacro Cuore, spiegando anche di prendere atto con profondo rammarico dell'attuale situazione.

Da Paderno Dugnano a Cesano Maderno
Fra i casi più inquietanti e scioccanti quello di Paderno Dugnano l’estate scorsa, quando il 17enne Riccardo Chiarioni, nella notte fra il 31 agosto e il 1° settembre, ha sterminato a coltellate la famiglia uccidendo il padre, la madre e il fratellino di 51, 48 e 11 anni. Un altro episodio di grave violenza gratuita e immotivata a Cesano Maderno il 27 dicembre 2024 con un 16enne che, senza motivo alcuno, ha spaccato la testa a un sessantenne con una mazza di alluminio. Un vero e proprio agguato: il 60enne aggredito di sorpresa nel box di casa, la sera, dove aveva appena parcheggiato l’auto di ritorno dal lavoro.
Nel Mantovano, a Viadana, un 17enne è in carcere dallo scorso settembre con l’accusa di avere ucciso – anche in questo caso, ancora una volta senza motivazione – una prostituta, Maria Campai, 42 anni, contattata per una prestazione sessuale e poi straziata con una mossa di wrestling e infine strangolata.

L’autore è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Durante l’udienza di convalida del fermo, davanti al gip del tribunale dei minori di Brescia, il ragazzo aveva negato la volontà di uccidere. La colluttazione sarebbe scaturita, a suo dire, per una lite sull’importo da pagare. “Eravamo d’accordo – l’ammissione del minorenne – per 200 euro. Avevo 350 euro e lei li voleva tutti...”. Al suo rifiuto, sempre secondo la versione fornita dall’assassino, sarebbe scattata la follia omicida dalla quale Maria Campai non ha trovato scampo.