NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, a 15 anni uccide l’ex dirimpettaia 82enne. Tre ore ad aspettare a casa Teresa, poi la discussione e il raid letale: strangolata e colpita con una lampada

Emma Teresa Meneghetti massacrata dall’adolescente nel suo appartamento di via Verro. Il ragazzo non è andato a scuola: filmato il suo ingresso in via Verro 46 alle 9. Quando è arrivato, lei non era in casa al terzo piano

L’androne del palazzo dove abitava Emma Teresa Meneghetti e dove è stata uccisa nel suo appartamento dall’ex vicino di casa

L’androne del palazzo dove abitava Emma Teresa Meneghetti e dove è stata uccisa nel suo appartamento dall’ex vicino di casa

Milano, 15 maggio 2025 – “Volevo scappare e le ho chiesto aiuto, ma lei non me l’ha dato”. Sono le 14 di ieri, siamo in una palazzina gialla di quattro piani in zona Cermenate. M.S., 15 anni compiuti a novembre, è appena rientrato a casa: ha le scarpe sporche di sangue. “Cosa hai fatto?”, gli chiede allarmata la madre, quarantaquattrenne di origini venezuelane. Lui confessa di aver assassinato l’ex dirimpettaia di via Verro 46, a poco più di chilometro di distanza, dove i due vivevano fino a un anno fa. 

La confessione alla madre 

“Ho usato questa”, dice mostrando una lampada di pietra che tiene nello zaino. La mamma, in lacrime, chiama il 112 e riferisce quello che le ha appena raccontato l’adolescente: “Venite subito”, dice alla centrale operativa di via Fatebenefratelli, indicando anche strada e civico della presunta vittima. Gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale si precipitano a casa dell’anziana in zona Vigentino, salgono al terzo piano e scoprono purtroppo che M. ha detto la verità: Emma Teresa Meneghetti è a terra, per lei non c’è niente da fare.   

I rilievi della Polizia scientifica
I rilievi della Polizia scientifica

L'accusa: omicidio volontario 

È la tragica ricostruzione del delitto avvenuto nella tarda mattinata nella prima periferia sud della città: il colpevole reo confesso è un quindicenne che di recente avrebbe evidenziato una forma di depressione giovanile e che per questo aveva già sostenuto alcuni colloqui con specialisti; in serata è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario. In seguito, potrebbero essere disposte perizie psichiatriche dal giudice su richiesta della difesa o della stessa Procura per capire se il ragazzo fosse capace di intendere e di volere al momento dell’assassinio. La spiegazione che avrebbe farfugliato alla madre (“Volevo andare via”) sembra più una strampalata giustificazione postuma che un movente vero e proprio di un raid senza un perché.   

L’ultimo caffè 

Alle 7, come ogni giorno, la signora Meneghetti, che tutti nel quartiere chiamavano “Terry”, si è presentata al Dolly bar per prendere un caffè: “Era puntualissima, una delle prime clienti che servivamo”, raccontano al bancone. Proprio la telecamera installata vicino al locale riprende alle 9 l’arrivo del quindicenne: la scuola che frequenta è dietro l’angolo, ma lui non ci arriverà mai. Si ferma, davanti al palazzo in cui ha vissuto fino al 2024, e ci entra. In quel momento, la pensionata ottantaduenne non c’è: rientrerà solo a mezzogiorno. M. aspetta per tre ore, sul pianerottolo o nel cortile interno: lì in tanti se lo ricordano, la sua presenza non insospettisce gli altri inquilini che lo incrociano.  

Il ragazzo ha confessato tutto alla madre
Il ragazzo ha confessato tutto alla madre

La discussione  

Quando Teresa rientra, lo riconosce subito e probabilmente lo accoglie con un sorriso. Poi, però, succede qualcosa che solo il presunto killer può raccontare: forse i due hanno una discussione, a detta di lui per il rifiuto di lei di dargli una mano a “scappare”. Il quindicenne, stando alla confessione alla madre, mette le mani al collo della signora Meneghetti e la strangola; poi afferra una lampada di pietra e la colpisce ancora. Alle 13, lo stesso occhio elettronico immortala l’uscita del ragazzo dall’edificio. M. si incammina verso casa e appena arrivato racconta tutto alla mamma.  

La Scientifica 

L’alert alla Questura genera l’intervento immediato delle Volanti: in via Verro arrivano anche gli investigatori della Squadra mobile, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, il medico legale, le tute bianche della Scientifica e il pm di turno della Procura dei minori Pietro Moscianese Santori. L’adolescente e la madre (il padre vive all’estero) vengono portati in via Fatebenefratelli per essere ascoltati. In serata, la figlia di Teresa avrà un mancamento davanti al palazzo: tre agenti la sorreggono per evitare che cada a terra.