Olimpiadi Milano-Cortina 2026, le gare d’appalto sospette: “Truccata anche la scelta del logo”

Secondo la procura, tra gli indagati per corruzione e turbativa v’erano “interlocuzioni in palese violazione degli elementari criteri di trasparenza ed imparzialità nella aggiudicazione di gare pubbliche”

Il logo delle Olimpiadi Milano Cortina

Il logo delle Olimpiadi Milano Cortina

Persino il logo dei Giochi olimpici sarebbe “vittima” della presunta mancanza di trasparenza nei rapporti tra la Fondazione Milano-Cortina 2026 e l’azienda tecnologica Vetrya, le cui gare d’appalto sono sotto indagine da parte della procura di Milano. Le gare nelle quali sono emerse criticità sono tre: quella sullo sviluppo delle piattaforme web e mobile delle Olimpiadi, quella sui servizi Microsoft Office 365 e quella sull’implementazione di Microsoft Azure information protection (un sistema di sicurezza informatica).

Ma tra le mail emerge anche un particolare interessante: sembra che Massimiliano Zuco – uno dei tre indagati, ex rappresentante legale della Vetrya – si sia impegnato per fare in modo che “uno dei due loghi di Milano-Cortina 2026”, al centro di un televoto pubblico gestito a livello tecnologico appunto da Vetrya di Tomassini, “avesse la meglio sull’altro, in violazione dell’idea stessa di una ‘giuria popolare’ alla quale fosse deputata, in via esclusiva, la scelta del logo”.

È quanto emerge nel decreto di perquisizione nell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta che, oltre a Zuco, vede indagate altre due persone: l’ex manager della Fondazione Milano-Cortina 2026, Vincenzo Novari, e l’imprenditore digitale Luca Tomassini. La procura di Milano sottolinea come Zuco sia “sempre attivo in interlocuzioni con Tomassini in palese violazione degli elementari criteri di trasparenza ed imparzialità nella aggiudicazione di gare pubbliche”. Ad esempio, in una delle mail inviate all’interno di Vetrya si legge: “Entro domani sera cerchiamo di avere un importo da trasferire a Zuco”.

Da una nota della polizia giudiziaria è stato possibile verificare come il sito (MilanoCortina2026.olympics.com) dal 29 aprile scorso “non abbia più alcun legame tecnologico con Quibyt e che, di contro, sia apparsa da quel giorno sul sito internet il riferimento alla società Deloitte come sponsor tecnico ". In tal senso l'attività della Guardia di finanza ha interessato stamane anche alcuni uffici Deloitte.