Milano, 21 maggio 2024 – Gli investigatori al lavoro sul dossier Olimpiadi 2026, per cui si ipotizza un giro di corruzione a base di gare d’appalto truccate, sono convinti che anche la scelta del logo della manifestazione sia stata, in qualche modo, pilotata. O, almeno, qualcuno si sia adoperato perché venisse scelto il marchio che – ufficialmente – ha stravinto il sondaggio effettuato con una votazione online approdata anche al festival di Sanremo.
La votazione
Gli italiani hanno potuto scegliere fra due opzioni, il logo “Futura”, vincitore al termine della survey, e “Dado”. Le urne virtuali sono rimaste aperte per meno di quindici giorni, dal 6 marzo al 21 marzo 2021.
Il duello fu presentato da due stelle dello sport tricolore, Federica Pellegrini e Alberto Tomba, nel corso della serata finale del Festival di Sanremo di tre anni fa. Le votazioni si svolsero online, sul sito del comitato olimpico e attraverso una app.
Le alternative
Fu la “Bomba”, vincitore di tre ori olimpici, a svelare l’immagine e i dettagli di Futura. “I gesti più semplici e naturali possono cambiare il mondo – recitava il video di presentazione – Nello sport e nella vita le grandi vittorie si conquistano giorno per giorno, gesto dopo gesto. Le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono un'occasione unica per lasciare un segno leggero e bellissimo. Milano Cortina 2026: il futuro è una vittoria di tutti”.
L’ispirazione di Futura sta nel riferimento alla sostenibilità e all’inclusione. Il logo, infatti, è un monogramma che forma un 26 come se fosse una leggera impronta lasciata sulla neve. Dado, invece, era un parallelepipedo con le facce in evidenza riempite con un fiocco di neve stilizzato e il numero 26 colorato di verde e rosso come la bandiera italiana.
Entrambe i loghi sono stati realizzati dalla multinazionale della comunicazione britannica WPP.
Il risultato
Per Futura è stata una sorta di plebiscito. Ha vinto, infatti, con oltre il 75% delle preferenze. In tutto sono stati espressi 871.566 voti. I voti sono arrivati da 169 Paesi. Il simbolo vincitore fu annunciato nel corso di una puntata del programma Rai “I soliti ignoti”.
Tutto in regola? Sì, fino a prova contraria. All’atto dell’inchiesta, però, come si legge nel decreto di perquisizione della Guardia di Finanza c’è una telefonata fra due indagati, l’ex dirigente della Fondazione Milano-Cortina Massimiliano Zuco e Luca Tomassini, ex rappresentate legale della Vetrya, ora Quibyt. Nel colloquio Zuco, insiste con Tomassini affinché uno dei due loghi di Milano-Cortina 2026, oggetto di un “referendum” pubblico gestito – a livello tecnologico – sempre da Vetrya, avesse la meglio sull’altro.