REDAZIONE MAGAZINE

Bianca Balti e il tumore ovarico: “Una campagna di ricerca che sta cambiando la vita delle donne. Farne parte è un onore”

La top model lodigiana diventa testimonial di ‘Ovaries. Talk about them’, un progetto di Camilla Freeman-Topper e Marc Freeman. Il ricavato serve per rendere realtà il primo test di rilevazione precoce del cancro alle ovaie basato sul DNA

Bianca Balti (Foto profilo Instagram)

Bianca Balti (Foto profilo Instagram)

Milano, 25 agosto 2025 – Bianca Balti sempre forte e combattiva. La top model lodigiana, che dal settembre 2024 ha scoperto di essere affetta da un tumore ovarico al terzo stadio che sta curando, diventa testimonial della campagnaOvaries. Talk about them’, un movimento globale per rendere realtà il primo test di rilevazione precoce del cancro alle ovaie basato sul Dna.

E lo annuncia, in modo ufficiale, pubblicando sul suo profilo Instagram un post condiviso insieme a Camilla Freeman-Topper e Marc Freeman, i due fratelli dietro il marchio australiano di abbigliamento femminile ‘Camilla e Marc’ che da anni sostengono la ricerca. “Orgogliosa di prendere parte a questa campagna”, ha scritto la modella in una storia, mettendo così a disposizione la sua voce e la sua esperienza personale per sottolineare l'importanza della diagnosi precoce e per far conoscere gli studi che si stanno portando avanti.

Il post Instagram di Bianca Balti
Il post Instagram di Bianca Balti

Il post ha subito ricevuto numerosi commenti positivi da parte dei follower: “Brava Bianca”; “Complimenti” e “Applaudo a Bianca per la sua forza e per lottare per le donne. Bisogna assolutamente fare qualcosa per avere risposte. Sembra che la salute delle donne venga sempre messa in retromarcia ed è nauseante. Dovrebbe esserci un metodo solido di rilevazione in questo giorno e in questo momento”. Molti hanno raccontato la loro esperienza con questa malattia e altri hanno chiesto informazioni più precise per aderire al progetto. Non sono mancati i cuoricini da colleghe e amiche come Chiara Ferragni, Giorgia Surina e Filippa Lagerback.

Bianca e il gene BRCA1

Bianca Balti è portatrice di una variante patogenetica del gene BRCA1, correlata ad un maggior rischio di insorgenza di diversi tumori, a partire da quelli di seno e ovaie. Per questo, a dicembre 2022, la modella si era sottoposta alla mastectomia bilaterale profilattica per scongiurare il pericolo di cancro al seno e aveva manifestato l’intenzione di sottoporsi anche alla rimozione delle ovaie per prevenire il tumore ovarico per il quale la diagnosi precoce è pressoché impossibile. Purtroppo non ha fatto in tempo e lo scorso settembre ha scoperto di avere un tumore ovarico al terzo stadio, dopo essersi presentata al pronto soccorso a causa di un forte dolore addominale.

Approfondisci:

Bianca Balti, il ritorno a casa e le nuove cure: “Devo fermarmi tre settimane, non ne ho voglia (ma me la faccio venire)”

Bianca Balti, il ritorno a casa e le nuove cure: “Devo fermarmi tre settimane, non ne ho voglia (ma me la faccio venire)”

L’operazione e le cure

La top model è stata subito sottoposta a un intervento chirurgico e poi a varie sedute di chemioterapia, terminate a febbraio. A fine marzo, ha invece iniziato la terapia con gli inibitori parp che agiscono bloccando l'enzima parp, e aiuta a riparare il DNA danneggiato, portando alla morte delle cellule cancerose.

Approfondisci:

Bianca Balti, il tumore e l’accusa alle case farmaceutiche: “Mi state negando le pillole salvavita, non posso vivere senza”

Bianca Balti, il tumore e l’accusa alle case farmaceutiche: “Mi state negando le pillole salvavita, non posso vivere senza”

Il tumore all’ovaio

Quello dell’ovaio è uno dei tumori più insidiosi, complice una diagnosi tardiva in oltre il 70% dei casi. L’ovaio è un organo situato nelle profondità dell’addome. Se viene colpito da un tumore ha grande spazio per espandersi senza dare problemi. A renderne difficile la diagnosi concorre, oltre all’assenza di sintomi specifici, la mancanza di strategie di screening attendibili. Le donne portatrici di varianti patogenetiche nei geni BRCA1 o BRCA2 hanno un rischio più alto (del 20-40%), e in età più giovane, di sviluppare il tumore ovarico rispetto alla popolazione generale.

Prevenzione e screening

A oggi per il tumore ovarico non esistono efficaci strumenti di screening, come la mammografia per il tumore al seno o il vaccino e il Pap test per il tumore della cervice uterina. L’unico strumento utile per conoscere il rischio di sviluppare la malattia è il test genetico. Il 20 per cento dei tumori maligni dell’ovaio sono infatti causati da mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2, uno spettro di mutazioni ereditarie che aumentano nelle persone portatrici il rischio di cancro al seno e di cancro ovarico.

Il post Instagram di Bianca Balti
Il post Instagram di Bianca Balti

‘Ovaries, Talk about them’

Proprio perché, al momento, non esiste un esame per il cancro ovarico, Bianca si unisce a ‘Ovaries. Talk about them’, movimento globale per rendere realtà il primo test di rilevazione precoce del cancro alle ovaie basato sul DNA. “Bianca sta usando la sua voce per chiamare un cambiamento urgente, una svolta che darà alle donne opzioni migliori e una prognosi migliore”, si legge sul suo profilo Instagram.

Il post della modella è condiviso con Camilla Freeman Topper e Marc Freeman, ovvero i co-fondatori dell'etichetta australiana Camilla and Marc, che hanno deciso di utilizzare la loro attività per creare la linea ‘Ovaries. Talk about them’, che devolve l'intero ricavato della vendita dei prodotti direttamente allo sviluppo di un test per la diagnosi precoce del cancro ovarico, che dovrebbe entrare nella fase di sperimentazione clinica entro il 2026. Una scelta fatta in onore della loro mamma, Pamela, morta a soli 42 anni per questa malattia (due anni dopo la diagnosi), quando loro avevano solo 11 e 13 anni. 

Il post Instagram di Camilla and Marc
Il post Instagram di Camilla and Marc

“Sono passati cinque anni da quando Camilla Freeman-Topper e Marc Freeman hanno intrapreso una missione per cambiare il modo in cui le donne e le persone con ovaie vengono sottoposte a test per il tumore femminile più mortale”, si legge sul loro sito internet. E ancora: “La grande partecipazione globale ha aiutato il marchio a raccogliere 1,7 milioni di dollari. Questi fondi sono andati direttamente al laboratorio per potenziare il lavoro della Professoressa Caroline Ford, della Dott.ssa Kristina Warton e del team di scienziati e ricercatori dell'UNSW Gynaecological Cancer Research Group”.

Ovaries. Talk about them (Profilo Instagram gyncancerresearch)
Ovaries. Talk about them (Profilo Instagram gyncancerresearch)

Ma Camilla e Marc, insieme a Bianca Balti e ad altre donne non si fermano e provano a coinvolgere più persone possibili. “Questa campagna non riguarda solo una malattia. Riguarda le donne. Riguarda i diritti. E riguarda un sistema che ha fallito in entrambi i campi. Per troppo tempo, le donne sono state ignorate, i loro sintomi ignorati e le loro vite stroncate”, si legge ancora sul sito. 

La top model è entusiasta di essere testimonial di questo progetto e in un’intervista a Vogue British ha raccontato: “Avere il tumore ovarico non è stata la cosa migliore che mi sia capitata, ma poter raccontare la mia storia per incoraggiare altre donne a sottoporsi a controlli o sensibilizzare sulla causa è fantastico”. Poi ancora: “Ho iniziato a seguire Camilla e Marco come brand, ma quando ho visto la loro campagna l'anno scorso, mi sono sentita ancora più coinvolta. Il lavoro di questa campagna, sia di sensibilizzazione che di ricerca, sta letteralmente cambiando la vita delle donne. Farne parte è un onore”.

In un’intervista a Vogue Australia, Camilla Freeman Topper si è mostrata soddisfatta per come stanno andando le cose e spera di raggiungere l’obiettivo che, insieme a suo fratello, si è rpefissata: “Queste ultime scoperte significano tutto per me, perché siamo un passo più vicini al raggiungimento della nostra missione. Questi progressi sono anche il simbolo di come un movimento per le donne possa apportare un cambiamento immensamente significativo e duraturo su scala globale, e sono davvero orgogliosa di ciò che abbiamo raggiunto”. 

E ha aggiunto: “Sono profondamente ammirata dalla Professoressa Caroline Ford, dalla Dott.ssa Kristina Warton e dall'intero team di scienziati dell'UNSW Gynecological Cancer Research Group. Il lavoro che stanno svolgendo è più che straordinario. Immaginate se, in tutto il mondo, un semplice esame del sangue fosse disponibile dal proprio medico di base per il tumore femminile più mortale? Sarebbe fenomenale e cambierebbe completamente il volto di questa malattia”.