MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Nuovo San Siro, i dubbi comunali sul progetto di Milan e Inter: “Il 50% del verde non è reale. Non ci sono i costi di bonifica”

Chiusa la Conferenza preliminare. Palazzo Marino indica modifiche al Piano. Vincolo sul secondo anello, Sovrintendenza nel mirino

Il sindaco Giuseppe Sala e, a destra, un rendering di massima del nuovo stadio

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Milano – Un altro passo in avanti, ma non ancora quello decisivo. La Conferenza di servizi preliminare ha analizzato il Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap) sullo sviluppo della Grande funzione urbana San Siro presentato lo scorso 11 marzo da Milan e Inter ponendo una serie di paletti e prescrizioni ai club sul futuro dell’area di San Siro. Sì, parliamo del progetto rossonerazzurro che punta alla realizzazione di un nuovo stadio da almeno 71.500 posti nell’area dove oggi ci sono il Parco dei Capitani e il parcheggio dell’attuale impianto e la parziale demolizione del Meazza per rifunzionalizzare l’intero immobile. Un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro da parte di Diavolo e Biscione.

Il verbale della Conferenza di servizi preliminare è un documento di 94 pagine in cui tutti gli enti della partita, dal Comune alla Regione fino alla Sovrintendenza hanno espresso i propri pareri sul DocFap di Milan e Inter. L’ultimo allegato, firmato dalla direttore del settore Rigenerazione urbana di Palazzo Marino Paolo Riganti contiene paletti e prescrizioni non banali per i club, che dovranno integrare nel loro piano le indicazioni comunali. Il documento premette che l’alternativa 3 contenuta nel Piano dei club – cioè realizzare il nuovo stadio e rifunzionalizzare il vecchio – è “la soluzione che offre benefici superiori rispetto alle altre due”: cioè ristrutturare il Meazza o far restare tutto com’è ora.

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Eppure il documento firmato da Riganti pone più di una questione a Milan e Inter. La prima è quella relativa al verde previsto nell’area di San Siro, che nella delibera di Giunta del 2023 veniva prescritto fosse almeno il 50% dell’area complessiva interessata alla riqualificazione.

“Il progetto (di Milan e Inter, ndr) raggiunge il 50% della superficie territoriale ma considerando sia 5.448 mq di “percorsi e spazi pubblici su podio“ che 10.436 mq di “verde su pensile (tetti, terrazzi e podio“”, nota il documento della Direzione Rigenerazione urbana del Comune, che subito dopo aggiunge: “Si ritiene che debbano essere implementate le superfici effettivamente permeabili a terra, e che sia opportuno estendere la fascia a verde non solo verso la parte est del comparto, limitrofa all’ambito dell’ex Trotto, ma anche verso la parte ovest, adiacente al nuovo impianto, già attualmente abitata”.

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Non è finita. Il documento firmato Riganti parla anche della parziale demolizione del Meazza (resterà solo una parte del secondo anello, tra la Curva Sud e la tribuna arancio), successiva alla realizzazione del nuovo stadio, e sottolinea che “deve essere garantito il rispetto dei tempi” (lavori dal 2031 al 2035). Inoltre, il documento precisa che nel DocFap non sono presenti alcuni informazioni, che dovranno essere integrate dai club: “Costo di costruzione e oneri di urbanizzazione generati dell’intervento; l’ammontare delle opere che si prevede di realizzare a scomputo degli oneri di urbanizzazione; i costi di demolizione e rifunzionalizzazione dell’attuale stadio; i costi di bonifica dei terreni”.

La Regione Lombardia, intanto, nella Conferenza di servizi prende tempo su una serie di punti, ad esempio sul via libera alle funzioni commerciali previste da Milan e Inter nell’area di San Siro: “Non viene definita la dimensione della superficie di vendita dello store dedicato alla vendita dei prodotti delle due società”.

Infine, ecco il parere della Sovrintendenza, la quale dà ragione al Comune sulla data in cui dovrebbe scattare l’eventuale vincolo sul secondo anello di San Siro: 10 novembre 2025, perché lo stesso Palazzo Marino ha comunicato che il secondo anello del Meazza venne terminato il 10 novembre 1955 (verbale di constatazione di compimento dei lavori). E le partite nel nuovo stadio giocate prima di quella data (l’amichevole Milan-Honved del 29 giugno 1955), come segnalato dal Comitato Sì Meazza? Giocate prima del collaudo provvisorio. Una tesi radicalmente contestata dal presidente del Comitato Sì Meazza Luigi Corbani: “È l’Avvocatura comunale che ha mandato una lettera alla Sovrintendenza in cui afferma che il cantiere del secondo anello è stato chiuso il 10 novembre 1955. La Sovrintendenza ha preso atto di questa lettera”. Come dire che la Sovrintendenza non ha compiuto una verifica per accertare se sia vero che il secondo anello sia stato collaudato esattamente in quella data.

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La Sovrintendenza, inoltre, indica qualche modifica del progetto (no alla torre-hotel davanti alle nuove Terme De Montel), ma di fatto dà il via libera al Piano di Milan e Inter nel caso in cui i due club riuscissero ad acquistare il terreno di San Siro prima del prossimo 10 novembre. La Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala si è posta proprio l’obiettivo di dichiarare l’interesse pubblico al progetto entro il 30 giugno e di stipulare l’atto di cessione del terreno a Diavolo e Biscione entro il 31 luglio. Per arrivare a quell’atto, però, ci sarà bisogno anche di un parere positivo della Conferenza di servizi “decisoria“, che potrebbe svolgersi nelle prossime settimane, una volta che Milan e Inter integreranno il proprio Piano con le correzioni indicate dagli enti pubblici.