LAURA LANA
Cronaca

Morto Francesco Borella, il padre fondatore del Parco Nord Milano: trasformò la Breda nel polmone verde della metropoli

Si è spento a 88 anni l'architetto e paesaggista che sulle ceneri delle fabbriche immaginò e realizzò il bosco urbano che oggi conta 790 ettari e abbraccia sette Comuni. Il ricordo dei sindaci che hanno lavorato al suo fianco

L'architetto Francesco Borella si è spento a 88 anni: ha realizzato il Parco Nord Milano

L'architetto Francesco Borella si è spento a 88 anni: ha realizzato il Parco Nord Milano

Sesto San Giovanni (Milano), 30 giugno 2025 – “Nel 1983 mi è stato dato in mano il mestiere più bello del mondo, per fare quello che per me è diventato il lavoro di una vita, il Parco Nord. Quest’area era assolutamente nuda, salvo un po' di grano. L’allora consorzio era in grave crisi, perché da oltre 10 anni si parlava del Parco Nord e ancora non c’era un albero”. Iniziava così il racconto di Francesco Borella, il padre fondatore e anima del Parco Nord Milano.

Chi è stato

Classe 1937, architetto, urbanista e paesaggista visionario, sognatore nella realtà, è grazie a lui se da mezzo secolo anni l’area metropolitana di Milano può vivere un bosco straordinario, che attraversa e abbraccia sette Comuni ed è un custode inestimabile di biodiversità. L’ideatore di questo polmone urbano, suo primo direttore fino al 2000, si è spento oggi, nel 50esimo anniversario della sua opera d’arte.

Il ricordo

“Allora assessora, ho vissuto in prima persona il momento cruciale in cui, con la direzione di Francesco Borella, si iniziò davvero a fare il parco. Piste ciclabili, orti, laghetti, passerelle di scavalco delle strade, tanti boschi e nuove aree si sono aggiunte anno dopo anno”, ricorda l’ex sindaco di Cinisello Balsamo Daniela Gasparini. Il suo arrivo diede il via a due campagne di rimboschimento straordinarie a Cinisello: 40mila piante messe a dimora quello stesso anno e altre 35mila nel 1984, avviando così la trasformazione delle aree industriali dismesse in boschi vivi. Quattro architetti, prima di lui, ci provarono. Solo Borella trasformò un’ex fabbrica, la Breda, nell’anima verde della metropoli. “Si pensava di stendere un disegno per i prossimi 30-40 anni. Impensabile per queste dimensioni. Anche a me chiesero un progetto tipo arte dei giardini, ma qui siamo dentro un aeroporto! – raccontava - C’era l’idea di un verde di grandi attrezzature sul modello del Prater di Vienna e dei Giardini di Tivoli”. Lui invece sogna – e realizza - un grande parco a bosco, fatto di spazi vuoti, di radure, di “strade” che seguono il corso delle acque.

NOHEADLINE
Il Parco Nord Milano nel 2025 compie 50 anni

“Grazie alla sua autorevolezza, alla professionalità e all’amore per quel progetto, Francesco Borella non ha solo avviato un parco, ma ha posto le basi per un modello di gestione urbana del verde, unendo rigenerazione ambientale e coesione sociale – sottolinea Gasparini -.Ci lascia un patrimonio vivo e meraviglioso e una comunità più attenta alla cura dell’ambiente”.

Il patrimonio verde

Borella lascia un polmone di 790 ettari che continua a crescere: proprio nel 40esimo anniversario dalla posa del primo albero, l’anno scorso è stato inaugurato e formalmente annesso un nuovo pezzo di biodiversità, con i terreni della Balossa, tra Cormano e Novate. Di “miracolo di biodiversità” parla Legambiente, che ora rilancia l’esempio del papà del Parco Nord. “Se oggi questo è riconosciuto come uno dei più grandi parchi urbani del Paese, lo si deve alla sua tenacia. L’architetto Borella ha insegnato agli ambientalisti che la rigenerazione urbana e la biodiversità sono strettamente connessi al disegno del paesaggio, in una nuova idea di pianificazione del territorio – spiega la presidente Barbara Meggetto -. La sua lungimiranza di pensiero si traduca ancora in azioni concrete per cambiare la vita in città, creando, come lui stesso auspicava, ‘una cintura verde che metta in connessione il Parco Agricolo Sud Milano con il Parco Nord’: una visione anticipatrice dell’idea di Parco Metropolitano Milanese che oggi merita di essere ripresa e sviluppata”.

Approfondisci:

Il manifesto del Parco Nord: "Celebriamo i primi 50 anni e prepariamo i prossimi"

Il manifesto del Parco Nord: "Celebriamo i primi 50 anni e prepariamo i prossimi"

L’innovatore

Nel 1984, sotto la regia di Borella, a trasformare c’è anche un giovanissimo Andreas Kipar, architetto, paesaggista e pianificatore, fondatore e direttore creativo dello studio internazionale Land, uno dei più importanti in Italia a cui è stata affidata la progettazione del grande parco urbano su altre aree ex industriali, le Falck. Ma a Borella si deve anche la collocazione, all’interno della montagnetta del parco, al Monumento al Deportato, realizzato dall’architetto Lodovico Belgioioso: fu lui a suggerire quel luogo suggestivo, dove nel 1998 fu inaugurato. “Per alcuni anni, smessi i panni del direttore del Parco Nord, ha collaborato con il Comune di Bresso – commenta l’ex sindaco ed ex presidente di Parco Nord Giuseppe Manni -. Eravamo alle prese con la progettazione del Parco della Pace. Seduti al tavolo a discutere, propose un piccolo particolare ma di grande valore. ‘Ecco, qui dobbiamo realizzare un grande ponte arboreo. La gente che passa deve capire che è dentro il Parco Nord’. Stiamo parlando di via Bologna. Dopo vent'anni si comincia a vedere il bellissimo glicine che da qualche anno ci regala uno spettacolo”. Un parco, “amato prima ancora di progettarlo, farlo crescere e svilupparlo – dice l’attuale sindaco di Bresso Simone Cairo -. Ci ha insegnato e dimostrato che è possibile ripensare spazi e luoghi riconsegnandoli alla natura in modo compatibile alle realtà delle nostre città”. “Una vita di dedizione e di cura per l'ambiente, il verde e la natura, per offrire bellezza – conclude il primo cittadino di Cinisello Giacomo Ghlardi -. Un uomo di grande professionalità e con una forte capacità di visione futura della città, che è stato in grado di trasformare il territorio urbano, lavorando per il bene pubblico e concretizzando un progetto a beneficio della collettività”.