
Code e attese per accedere agli uffici comunali di via Larga si prolungano fino al marciapiede
Milano, 21 giugno 2025 – Tre scatti alle stessa ora, 8.15, ma in giornate diverse di maggio e giugno. L’immagine, purtroppo, è la stessa: una lunga coda di milanesi che si snoda lungo la strada, in paziente attesa di entrare nell’anagrafe comunale in via Larga. Un’odissea per rinnovare la carta d’identità, registrare una variazione di residenza, adempiere alle altre varie pratiche burocratiche di competenza degli uffici. A chi ha appuntamento si aggiungono le persone che si presentano senza aver prenotato. E il risultato è il caos. “Tutto ciò avviene per la mancanza di personale – denuncia Giovanni Molisse, segretario della Fp Cgil Comune di Milano –, tanto che non si riescono mai a coprire tutte le postazioni di lavoro previste. Per questo chiediamo assunzioni”.

Il calo del personale
Una situazione analoga anche negli uffici decentrati, nei quartieri. Nel salone anagrafe nel cuore di Milano, in via Larga, sono aperti 30 sportelli, con altrettanti lavoratori assegnati. Tenendo conto di assenze per malattia, permessi, ferie e altri motivi, secondo il sindacato per garantire un servizio efficiente servirebbero almeno dieci impiegati in più. Negli anni, però, si è registrato un costante calo di personale a Palazzo Marino, nonostante gli ultimi concorsi, anche per effetto delle rinunce e delle dimissioni per la questione irrisolta degli stipendi dei dipendenti pubblici inadeguati rispetto al costo della vita. Tre anni fa, Palazzo Marino contava circa 14mila dipendenti. Ora sono circa 13mila, che tengono in piedi servizi come le scuole comunali o la polizia locale, solo per citarne alcuni.
Accumulo di ritardi
Tornando all’anagrafe, “l’emanazione della circolare ministeriale 22/2025 rispetto ai richiedenti protezione internazionale e l’accesso agli sportelli senza appuntamento di moltissimi cittadini – sottolinea Molisse – ha aggravato una situazione già molto critica”. E così si accumulano i ritardi, in una situazione che si manifesta nel serpentone di milanesi sulla strada, in attesa di entrare all’anagrafe. “Ringrazio le lavoratrici e i lavoratori dell’anagrafe, dello stato civile, delle nascite, dei matrimoni e in generale dell’area servizi al cittadino – conclude Molisse – che portano avanti il lavoro ogni giorno. Non possiamo andare avanti così, bisogna intervenire perché a pagarne le conseguenze, oltre alle lavoratrici e ai lavoratori, sono i cittadini”.