REDAZIONE MILANO

Aggressione all’autogrill di Lainate, quattro indagati: oltre alla famiglia palestinese anche il turista ebreo francese con la kippah

La vicenda risale allo scorso 27 luglio nell’area di sosta sull’autostrada Milano-Laghi. Le accuse, a vario titolo, sono di percosse e lesioni aggravate dall'odio razziale

Alcuni frame del video immortalato dalla vittima con il suo cellulare

Alcuni frame del video immortalato dalla vittima con il suo cellulare

Milano, 5 agosto 2025 – Quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati in due distinti fascicoli per l'aggressione del 27 luglio scorso nell'area di sosta dell'autostrada Milano-Laghi all'altezza di Lainate, in provincia di Milano, tra una famiglia di origini palestinesi e padre e figlio di 6 anni francesi di religione ebraica.

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Alcuni frame del video immortalato dalla vittima con il suo cellulare

Da un lato sono indagati con l'ipotesi di percosse aggravate dall'odio razziale tre componenti del gruppetto che avrebbero prima insultato e poi picchiato la famiglia di origine ebrea.

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Dall'altro risulta indagato anche il turista 52enne francese, che indossava la kippah, autore del video diventato virale, per lesioni dopo la presentazione di una querela con allegato un referto medico, da parte dei presunti aggressori. 

La differenza delle incolpazioni è motivata dal fatto che i tre si sono recati al pronto soccorso e uno di loro ha presentato il referto medico con sette giorni di prognosi, mentre il padre 52enne si è medicato da solo. Ora inquirenti e investigatori stanno effettuando accertamenti per ricostruire la dinamica della vicenda.

Due versioni diverse

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e delegate alla Digos, puntano a fare luce su due versioni diverse. Il primo a fare emergere la vicenda, postando un video sui social, era stato il turista francese di religione ebraica che con il figlio di 6 anni si trovava nell'area di sosta sull'autostrada Milano Laghi e che ora risponde di lesioni aggravate dall'odio razziale. Il quale a sua volta è stato denunciato dal gruppo di persone di origini palestinesi, alcune delle quali assistite dall'avvocato Federico Battistini.

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“L'uomo che lamenta di essere stato aggredito - aveva affermato il legale nei giorni scorsi - è stato in realtà il primo a tirare una testata a uno dei miei assistiti, 'colpevole' di avergli chiesto di cancellare il video di cui sopra in quanto lesivo della propria privacy, e a scagliare un pugno al volto del fratello”. Violenze fisiche precedute da pesanti insulti, secondo il legale, rivolti nei loro confronti quando si è accorto che parlavano arabo. “Da qui la reazione dei miei assistiti e dei loro famigliari - aveva aggiunto - scevra da qualsivoglia finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.