
La settantacinquenne Stefanina Piera Riva viveva in via Wildt, in zona Casoretto
Milano - Ha chiesto che i giudici dispongano una perizia psichiatrica, ma anche sul suo "stato di intossicazione" da alcol e stupefacenti al momento dei fatti, la difesa di Pietro Federico Crotti. Il 47enne è stato arrestato lo scorso 11 marzo con l'accusa di aver strangolato con una cintura la madre 75enne Piera Stefanina Riva, fingendo, però, che fosse morta per una caduta accidentale in casa nel loro appartamento di via Wildt. L'anziana era stata trovata senza vita la notte del 13 gennaio.
L'istanza del legale dell'imputato, l'avvocato Carmelo Scambia, è stata avanzata nella prima udienza del processo davanti alla Corte d'Assise di Milano (giudici togati Bertoja e Fioretta). La pm Giancarla Serafini contesta l'omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, oltre che dai motivi abietti e futili e dai maltrattamenti.
Secondo le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Polizia, il 47enne prima di chiamare il 118, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, avrebbe scattato fotografie e realizzato anche alcuni video col telefono, mostrando il corpo della donna già morta e usando in quei filmati espressioni d'affetto verso la mamma. Diceva che aveva sbattuto la testa cadendo e che lui aveva le cuffie e non aveva potuto aiutarla.
Poi, aveva chiamato il 112. Secondo le indagini, prelevò anche 30mila euro dal conto della madre. Per la difesa, una perizia dovrà anche stabilire se l'uomo "versasse in stato di intossicazione", come dimostra la sua storia clinica, "fatta di tossicodipendenza e abuso di alcol e di numeroso diagnosi tra il 2020 e il 2024 sulla sua dipendenza da alcol e cocaina". Per la pm, invece, la perizia non è necessaria, perché le indagini hanno dimostrato che non c'era stata assunzione di sostanze quella notte e che non ci sono nemmeno evidenze di patologie psichiatriche. La Corte deciderà sulla richiesta nell'udienza del 15 settembre.