
Alessandro Possati in una foto scattata nel 2012
Milano – Una delle ragazze ha raccontato di essere rimasta “impietrita”, di essersi sentita “inerme” quando si è trovata da sola nella stanza con i due uomini, che le hanno chiesto di spogliarsi e di sottoporsi a una visita ginecologica filmata con una telecamera. “Non sono riuscita a muovermi perché ero sotto choc – ha riferito – avevo paura, temevo che quelle persone potessero farmi del male”. Subito dopo essere uscita dallo studio in via Francesco Sforza, nel cuore di Milano, affittato con falsi nomi dal radiologo in pensione Antonio Cirla e dal produttore cinematografico Alessandro Marco Possati (entrambi agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo) è subentrato il terrore che potessero “diffondere quei video” realizzati senza alcuna autorizzazione. Il trauma degli abusi subiti ha provocato insonnia, crisi di pianto e “attacchi di panico”, che l’hanno portata a rivolgersi a un’associazione che si occupa di donne vittime di violenze e a uno psichiatra.
Una drammatica testimonianza che emerge dall’indagine dei carabinieri, coordinata dal pm Antonio Pansa, partita proprio dalla denuncia presentata dalla vittima il 9 giugno 2024, due giorni dopo l’episodio. Altre ragazze sono state rintracciate successivamente, e altre ancora potrebbero farsi avanti perché dal 2016 almeno 135 donne sarebbero finite al centro di tentativi di adescamento (in un caso anche a Miami) rispondendo ad annunci online con offerte di lavoro “a giornata“ per partecipare a filmati didattici o promozionali per il sedicente studio medico, ricerche scientifiche e test su strumentazioni, promettendo un compenso da 150 a 500 euro.
Almeno sei si sono sottoposte alle false visite, divenendo protagoniste di filmati pornografici realizzati a loro insaputa. Non solo attrici, modelle o studentesse di scuole di recitazione, ma anche nuotatrici o pallavoliste, perché Cirla e Possati andavano a caccia pure nel mondo dello sport, con ricerche di giovani “atletiche” per effettuare falsi test o rilevazioni a campione. Alcune ragazze sarebbero state filmate a loro insaputa, e frame diffusi successivamente in almeno sei chat Telegram che riuniscono fruitori di porno amatoriali realizzati in studi medici. “Secondo gli accordi doveva esserci una dottoressa – ha raccontato una di loro agli inquirenti – ma mi hanno detto che aveva avuto un impegno e sarebbe stata sostituita da un medico uomo”. Si è trovata quindi da sola nello studio con Cirla e Possati, che sabato 9 maggio compariranno davanti al gip Mattia Fiorentini per l’interrogatorio di garanzia e potranno fornire la loro versione.
Nel corso della perquisizione della casa del 71enne Cirla, a Como, sono stati sequestrati anche un revolver e un fucile detenuti illecitamente. Possati, 42 anni, è il rampollo di una nota famiglia veneziana, ex proprietaria dello storico Hotel Bauer in Laguna situato tra il Canal Grande e piazza San Marco. Forse Cirla non conosceva la vera identità di Possati che, probabilmente per confondere le acque, in alcuni degli incontri con le ragazze avrebbe simulato un accento straniero.