Milano – Un lungo post su Facebook che contiene un appello ai tanti giovani scesi in piazza sabato pomeriggio per protestare contro lo sgombero del Leoncavallo e affermare che la storia del centro sociale non è finita lo scorso 21 agosto, il giorno del blitz delle forze dell’ordine in via Watteau.

L’appello
Mirko Mazzali, storico avvocato del Leonka, esponente della sinistra milanese, attualmente assessore nel Municipio 9, fa capire che per dare un futuro al Leonka non basta la vecchia guardia che sabato era in prima fila in corteo, ma occorre che almeno alcuni dei giovani che sono scesi in piazza per difendere il centro sociale facciano un passo avanti e diventino i protagonisti della rinascita del Leonka.

Ma ecco le parole di Mazzali: “Per questa occasione come dice Daniele (Farina, lo storico portavoce del centro sociale, ndr) sono stati richiamati i riservisti, il sottoscritto compreso, che daranno ancora una mano ovviamente, ma servono la generosità, la fantasia, il cuore delle migliaia di giovani che oggi erano in piazza a gridare: giù le mani dal Leoncavallo”. Insomma, lo spazio autogestito ha bisogno delle idee e dell’energia dei giovani per poter scrivere nuove pagine di “cultura, solidarietà e attivismo” a Milano.

Le prossime mosse
Gli attuali vertici del Leoncavallo, però, non sembrano avere ancora le idee chiarissime su quale sarà la nuova sede del centro sociale. Certo, il Comune ha lanciato un bando per assegnar loro un capannone dismesso in via San Dionigi 117, a Porto di Mare, periferia sud-est della città. Ma Mazzali, nel suo post, spera ancora che in qualche modo i leoncavallini possano tornare nell’immobile di via Watteau che occuparono nel 1994 e che per 31 anni è stato la loro casa. Lo sgombero c’è stato, la legalità è stata ripristinata.
Un messaggio agli imprenditori “illuminati”
La speranza di Mazzali, ma non solo sua, è che i proprietari dell’immobile, i Cabassi, siano pronti a cedere lo spazio agli stessi leoncavallini. In che modo e grazie all’aiuto di chi gli antagonisti possano tornare in possesso dell’ex cartiera di via Watteau per ora non è dato saperlo e non è certo che sarà un obiettivo capace di concretizzarsi. “Se questo è il primo tempo un gol è stato segnato ma adesso bisogna vincere la partita, cioè fare sì che l’esperienza del Leoncavallo non vada dispersa – scrive ancora l’avvocato del centro sociale nel suo post –. Per fare questo occorrono soldi, generosità ed intelligenza, quel posto se rimarrà vuoto per lungo tempo sarà una sconfitta per tutti. Il vuoto dove c’era cultura cosa ci può essere di peggio”. Un’idea che di fatto è la stessa lanciata da Farina sabato, durante il corteo: “Lancio un appello, se ci sono imprenditori illuminati che vengano avanti. Se ci siete manifestatevi per comprare la sede di via Watteau”.
Il bando
Quanto al bando per l’immobile di via San Dionigi, bisognoso di una bonifica per il tetto in amianto (una spesa di 300 mila euro) e di una seria ristrutturazione, Farina è cauto: “Stiamo cercando di capire se è raggiungibile perché parliamo milioni di euro”.