
L’intervento di carabinieri e polizia locale sul luogo dell’incidente mortale
San Giuliano Mlanese (Manoù9, 18 settembre 2025 – «Inaccettabile, nel 2025, continuare a morire sul posto di lavoro. La sicurezza deve essere una priorità”. Contro le morti bianche, i sindacati tornano a chiedere interventi mirati e non più procrastinabili, perché “non possiamo accettare che le persone escano di casa per andare a lavorare senza far più ritorno dalle proprie famiglie”. Così si è espresso Paolo Capone, segretario generale della Ugl, in seguito ai due infortuni mortali che si sono verificati lunedì 15 settembre tra la Lombardia e il Piemonte.
A San Giuliano Milanese ha perso la vita un operaio tunisino di 36 anni, Jihed Selmi, precipitato da un’altezza di 12 metri mentre stava montando dei pannelli solari sul tetto di una ditta di via Pace, la FerOlMet. L’impatto col suolo è stato fatale al lavoratore, morto sul colpo per le gravi lesioni riportate. Nella stessa giornata, a Leini, nel Torinese, un italiano di 54 anni, Davide Rao, è deceduto dopo essere rimasto schiacciato da un carro-attrezzi nell’autofficina «Gianni Correnti», dove lavorava come dipendente. Due tragedie che vanno ad allungare il già triste e lungo elenco dei morti sul lavoro. “È fondamentale – osserva Capone - intervenire con fermezza, incrementando mezzi e risorse per rafforzare i controlli e la formazione, ed evitare il ripetersi di simili tragedie. Quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è una battaglia che non possiamo permetterci di perdere”.
Sul tema si è espresso anche il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana) e arcivescovo di Bologna. «Le leggi ci sono – ha detto - il vero problema è farle funzionare. Le chiamano morti bianche, ma sono il frutto di tanto lavoro nero». Secondo il religioso, bisogna capire «come snellire e garantire dei meccanismi di controllo efficaci» e fare attenzione all’ «effetto coccodrillo: la morte di lavoro ci coinvolge quando accade, poi tutto finisce». Zuppi riflette anche sul ruolo della Chiesa: «Dobbiamo fare di più, passare dalla generosità al progetto. Abbiamo un serbatoio di attenzione e volontariato, ma non basta».
A detta del magistrato Bruno Giordano, ex direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, “chi non fa rispettare le leggi che già abbiamo, è responsabile morale delle morti sul lavoro quanto chi ne ha la responsabilità penale”.
Intanto, proseguono gli accertamenti per ricostruire le cause e le dinamiche dei due infortuni mortali dell’altro giorno. Nel caso di San Giuliano, si cerca di capire se, al momento della caduta, l’operaio 36enne fosse adeguatamente imbragato, come del resto è previsto per chi lavora in quota.