ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Dopo il Leoncavallo tocca alla Fornace: il centro sociale verso lo sgombero

Rho, gli attivisti di via Risorgimento : “Eni, proprietaria dell’area, ha presentato istanza di sequestro preventivo”

L’ingresso del centro sociale Fornace di Rho

L’ingresso del centro sociale Fornace di Rho

Rho (Milano), 18 settembre 2025 –  Dopo il Leoncavallo ora tocca alla Fornace di Rho? Pare proprio di sì. Ad annunciare lo sgombero sono proprio gli attivisti del centro sociale che dal 2018 si trova in un ex deposito Eni di via Risorgimento, nella frazione Mazzo di Rho. “Fornace è di nuovo sotto attacco: da quanto abbiamo appreso Eni, proprietaria dell’area attuale sede del centro sociale, ha richiesto lo sgombero presentando istanza di sequestro preventivo dell’immobile nei giorni immediatamente successivi allo sgombero del Leoncavallo - si legge in un comunicato - Si tratta della seconda istanza presentata nell’ultimo anno, la prima non è stata accolta, durante il quale la ‘multinazionale di stato’ biocida ha intensificando gli sforzi per rientrare in possesso dell’ex deposito che occupiamo”. E questa volta, considerato anche il recente sgombero del Leoncavallo, i militanti della Fornace temono che la richiesta di Eni possa rappresentare davvero fine del centro sociale nato nel marzo 2005 con l’occupazione in via San Martino dell’ex Sacchettificio Garavaglia.

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“Sgomberare la Fornace significa cancellare un’esperienza che negli anni ha costruito e organizzato l’opposizione sociale contro i padroni della città e che si è sempre schierata al fianco delle lotte del territorio, dalle mobilitazioni No Expo alle battaglie per il diritto all’abitare. Significa ridurre Rho a un deserto sociale e culturale, consegnandola al profitto e alla repressione”, spiegano. Dopo quella prima occupazione e il primo sgombero, Fornace in questi vent’anni ha occupato altri immobili in stato di abbandono fino ad arrivare nell’attuale sede, l’ex deposito Eni, a poche centinaia di metri dall’area Mind e dai padiglioni di Fiera Milano. Ma Fornace non è solo un centro sociale, uno spazio fisico, in questi anni è stata molto attiva sul territorio con iniziative come lo sportello sociale per le emergenze abitative, eventi culturali, ha sostenuto lotte o proteste a fianco dei più deboli. Abbiamo resistito a sgomberi e tentativi di silenziarne la voce continuando il nostro percorso - spiegano gli attivisti del centro sociale rhodense - Lo diciamo con forza: noi da via Risorgimento non ce ne andiamo, qui siamo e qui rimaniamo. Né resteremo in silenzio. E’ da vent’anni che difendiamo coi denti il nostro territorio, la nostra città e il nostro spazio. Ed è da vent’anni che resistiamo a sgomberi e tentativi di cancellare l’opposizione sociale sul territorio. Non ci riusciranno neanche questa volta. Anche in questa occasione dimostreremo che, come scriviamo sugli striscioni dei nostri cortei, «gli sgomberi non spengono la Fornace”.