Milano, 5 giugno 2025 – Tragedia in viale Abruzzi a Milano. Poco dopo mezzanotte, le squadre dei vigili del fuoco sono intervenute al civico 64 per l'incendio di un appartamento posto al quarto piano di un edificio di 7 piani fuori terra. Una donna di 48 anni, Sueli Leal Barbosa (ne avrebbe compiuti 49 il 21 giugno prossimo), originaria del Brasile è stata trasportata in codice rosso in ospedale, dopo essersi lanciata dal quinto piano, ed è deceduta qualche ora dopo.

Sembra che la donna fosse in quel momento sola in casa. Gli occupanti dello stabile, inizialmente evacuati a scopo precauzionale, sono rientrati ad eccezione di quelli dell'appartamento interessato e di quelli adiacenti, per un totale di 12 appartamenti, per i quali è stato diffidato l’uso, fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Al momento due persone rimangono ricoverate in ospedale ma in condizioni che non preoccupano in alcun modo. Nel frattempo è stato attivato il NIA Lombardia per attività investigativa sulle cause dell’incendio.

Il convivente era al bar
Michael P., il convivente della donna, un brasiliano di 45 anni, al momento del rogo non era in casa. E’ stato rintracciato poco dopo, in stato di alterazione, in un bar di piazzale Loreto. La sua posizione è al vaglio: l’uomo, incensurato, è da ore in Questura, dove è stato sentito dalla Squadra mobile.
Le sue dichiarazioni non convincono gli investigatori, coordinati dal pm di turno Maura Ripamonti. In particolare, sull'entità della discussione, sentita da alcuni vicini di casa, poco prima del rogo. Inoltre, a quanto emerso dai primi accertamenti, la porta dell’appartamento è risultata essere chiusa a chiave dall’esterno.

Le testimonianze
Oltre al convivente, in Questura, sono stati sentiti anche i vicini di casa della vittima, per poter ricostruire con esattezza quanto accaduto e raccogliere anche il più piccolo dettaglio. Intanto, alcuni raccontano alla stampa quello che hanno visto. Maria Bona, residente al quinto piano del palazzo ha detto: “Ho sentito delle urla e non sapevo cosa stesse succedendo. Ho tirato su la tapparella e ho visto delle fiamme altissime. Così, ho svegliato mio marito che era già a letto e siamo scappati. Litigi? Non mi risulta, non lo so, direi stupidaggini”.

“Se mia moglie non mi avesse svegliato, non sarei qui - ha aggiunto il marito della signora Bono - Abbiamo avuto il tempo di mettere un fazzoletto attorno alla bocca e siamo scappati. Conoscevamo la vittima di vista, ci salutavamo e di tanto in tanto scambiavamo qualche parola. Fortuna ha voluto che il figlio avuto con il primo compagno fosse andato via col papà, non oso immaginare altrimenti...”.
Anche Simona Lomolino, che abita al civico 62 ha sentito gridare: “Abito nel palazzo accanto ma in linea d’aria ho la finestra molto vicina all’appartamento della signora. Ho sentito le urla. Poi ho visto le fiamme, tutto quel rosso e anche la donna”.
Bruno, amico della 48enne, ha raccontato che il compagno “era molto ossessivo. Quando lei usciva con le amiche, continuava a chiamarla”. E ha raccontato: “Sono cinque anni che conosco la Sueli, dalla prima elementare. Una bravissima donna e una grande lavoratrice”. La 48enne, originaria di San Paolo in Brasile, lavorava come infermiera all'Istituto dei Tumori di Milano. In Italia da tempo, qualche anno fa si era separata dal padre del figlio. “Si erano lasciati, ma si dividevano i compiti”. Poi l'incontro con il nuovo compagno. “Io l'ho visto di sfuggita mezza volta, ma a mia moglie non è mai piaciuto. Quando è uscita per un aperitivo con la Sueli, lui continuava a chiamarla e chiederle 'dove sei?', 'dove sei?' Ossessivo”, ha ribadito Bruno. Il 45enne “non è una buona persona. Lei era innamorata, ma litigavano spesso”, ha aggiunto un'altra amica della vittima, arrivata sotto la casa andata in fiamme.
Le cause
Nel primo pomeriggio di oggi, gli uomini del Nia, il Nucleo investigativo antincendio Direzione Lombardia, coordinati dal pm di turno di Milano, sono entrati nell'appartamento della donna per individuare le cause del rogo, la fonte di innesco e l'eventuale utilizzo di sostanza acceleranti. "Abbiamo finito la parte dei primi accertamenti: al momento per noi la situazione è abbastanza chiara" ha detto il capo reparto del Nucleo investigativo antincendio della direzione regionale Lombardia Michele Giacalone, uscendo dal palazzo. "L'appartamento è completamente distrutto dalle fiamme. C'è stato un flashover", ossia un incendio generalizzato e che si propaga rapidamente. "La lettura dei segni non è stata di semplice individuazione, ma la situazione è abbastanza chiara", ha ribadito. Alla domanda su una possibile origine dolosa del rogo, Giacalone ha risposto: "Noi lo abbiamo già capito, ma non possiamo dirlo perché è tutto in mano alla magistratura.
