
Il sindaco difende il modello Milano. Tancredi fa un passo indietro. .
"Io ci sono". Così Giuseppe Sala annuncia di voler rimanere sindaco di Milano. Lo dice in tre parole scandite in Consiglio comunale. Appena tre, ma precedute da molte altre. Innanzitto quelle rivolte alla procura di Milano, che lo ha iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica, e a coloro che, in questi giorni "di confusione" e "fisionomie note che si fanno sfumate", hanno messo in dubbio la sua correttezza nell’amministrare: "Le mie mani sono pulite" scandisce Sala. Poi quelle rivolte "ad una parte" dell’opposizione di centrodestra: "A voi voglio dire che se vi abbandonate a gesti plateali o a schiamazzi d’Aula per avere una foto in cronaca locale, potete raggiungere il vostro scopo, non c’è dubbio. Ma se lo fate nella speranza di destabilizzarmi, non c’è altrettanto dubbio che non avete alcuna possibilità. Nella vita ho affrontato problemi cento volte più gravi, cose del genere non producono alcun effetto su di me". Questa la sintesi di un discorso di mezz’ora, interrotto tre volte dagli applausi del pubblico (nel quale sedevano anche consiglieri e segretari di partito nonché parlamentari) in un’Aula consigliare che nessuno ricordo di aver mai visto tanto gremita in tempi recenti. Arriva puntualissimo il sindaco. Giancarlo Tancredi, l’assessore alla Rigenerazione Urbana sul quale pende la richiesta d’arresto della procura, arriva qualche minuto prima. Per lui sarà l’ultimo intervento in Consiglio comunale: da giorni si è appreso che avrebbe rassegnato le proprie dimissioni in Aula. I colleghi assessori e i consiglieri comunali lo abbracciano appena entra. Lui ne avrà per tutti, però. Per tutti coloro che in questi giorni hanno chiesto, in pubblico e in privato, il suo passo indietro. A partire dai partiti della maggioranza di centrosinistra: Pd, Avs, Verdi.
"Le mie mani sono pulite – rivendica il sindaco –. Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature nelle quali ho avuto l’onere e l’onore di essere sindaco di Milano si è sempre ed esclusivamente basato sull’interesse dei cittadini. Non esiste una singola azione che possa essere attribuita al mio personale tornaconto". Fa un esempio non casuale: il Pirellino, uno dei grattacieli sui quali si sono accesi i fari della procura, uno degli interventi per il quale è in corso un contezioso legale con Coima Sgr, la società di sviluppo immobiliare che fa capo ad un altro indagato eccellente: Manfredi Catella. "Il Comune – rimarca il primo cittadino dopo aver riepilogato le tappe della vicenda – si è talmente tanto sbilanciato in favore dell’interesse pubblico da incorrere in una condanna del Consiglio di Stato". Poi torna sul tema giustizia: "Solo dai media ho appreso di essere indagato, senza aver ancora ricevuto alcun avviso di garanzia. Ho appreso che non sarebbe stato necessario notificarmi alcunché, ma allora mi chiedo: perché questa informazione è stata divulgata ai media. Sta bene a chi governa un Paese o una città che indagini riservate diventino pubbliche?". Domanda sottolineata dagli applausi.
La politica. Già riferite le parole rivolte al centrodestra, ecco quelle per la sua maggioranza. "Noi e nessun altro abbiamo il dovere di mantenere gli impegni presi nei confronti degli elettori, far crescere Milano in una strada che tenga insieme le ragioni dello sviluppo e del sostegno a chi fa fatica. Negli ultimi 4 anni abbiamo speso un miliardo di euro in servizi sociali. Questo è il senso della nostra politica. Dobbiamo esserne orgogliosi. Certo, la velocità a cui corre Milano abbisogna di correzioni continue. Facendo della collaborazione tra pubblico e privato una virtù. Non è più così?". Quindi le "sfide in attesa: dobbiamo far sì che i prossimi sviluppi urbanistici abbiano una sempre maggiore attenzione all’impatto pubblico, portare avanti un Piano Casa straordinario per fronteggiare il problema del costo dell’abitare, migliorare il trasporto pubblico, porre attenzione alle strutture dedicate allo sport, a settembre riavviare un percorso consigliare per lo stadio di San Siro. Se su queste basi la maggioranza c’è, e ce’è coraggiosamente, con responsabilità e cuore, in antitesi al “credere, obbedire e combattere“ come affermava l’ex sindaco Antonio Greppi, io ci sono". Applausi. L’inchiesta è stata "fonte di grandissima sofferenza" e ha "pensato alla possibilita di lasciare" ma decisivo è stato "l’insegnamento di papà: fare il proprio dovere fino in fondo". Tancredi, infine: "Ho la coscienza pulita – dice l’assessore nel dimettersi –. Oltre che amareggiato per l’inchiesta e per il lavoro che non potrò portare a termine, sono deluso per la posizione espressa da alcune forze di maggioranza (Pd, AVS e Verdi ndr), che si sono limitate sostanzialmente a chiedere le mie dimissioni, con buona pace del principio di garantismo civile e democratico. L’unico principio è mettere da parte chi ora costituisce un peso, offrirmi in sacrificio a chi chiede cambiamenti cui con il nuovo Pgt stavo già lavorando. La discontinuità che si chiede è già in atto. Ma si cerca un capro espiatorio".