SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il Modello Milano: "Declino in atto da anni. Manca un governo dell’area metropolitana"

Mario Abis, professore della Iulm e fondatore dell’Osservatorio Abitare "Senza una politica coerente sulle periferie si creano solo disuguaglianze".

Mario Abis è docente di Statistica allo Iulm e si occupa di studi sull’evoluzione di nuovi modelli interdisciplinari dell’urbanistica

Mario Abis è docente di Statistica allo Iulm e si occupa di studi sull’evoluzione di nuovi modelli interdisciplinari dell’urbanistica

"Adesso serve una nuova alleanza e un pensiero critico della città". Mario Abis è docente di Statistica e ricerche di mercato della Iulm, si occupa di studi sull’evoluzione dei nuovi modelli interdisciplinari dell’urbanistica e dal 2003 ha aperto un osservatorio sull’abitare.

Modello Milano in crisi?

"Non è per fare la Cassandra della situazione, ma i segnali di declino e le difficoltà della città sono presenti da tempo, al di là della questione giudiziaria".

Partiamo dalla genesi.

"Il primo punto è strettamente politico e amministrativo: Milano soffre della mancanza di una città metropolitana. Abbiamo una città molto densa, da un milione e 400mila abitanti circa, ma sulla quale gravitano altre città, da nove milioni di abitanti. Se non abbiamo un organismo che funziona come facciamo a gestire un territorio così ampio e complesso?".

Questa mancanza che impatto ha?

"Al di là del fatto che se ci fosse sarebbe una delle più importanti al mondo, il vulnus della non-città metropolitana incide sulla tenuta stessa della città. Senza questo controllo politico si creano spazi in cui possono innestarsi tante cose, non si riescono a gestire le polarità che ci sono, viene a mancare un governo delle periferie. Questo vulnus territoriale ha portato anche alle disuguaglianze sociali molto forti che vediamo".

E al problema dell’abitare?

"Certo. Abbiamo da una parte il bunker dei miliardari, City Life e Porta Nuova, dall’altra tutto il resto. Una città diseguale diventa anche violenta. C’è poi il tema del costo della vita: non si trovano case abbordabili, espelliamo studenti. Attiriamo studenti stranieri, è vero, ma al “primo giro“ se ne vanno. Dal nostro osservatorio il costo della vita a Milano è oltre il 35 per cento più alto di quello che dovrebbe essere. I nostri studenti pagano in media 600 euro al mese non per una camera ma per un letto".

Se va bene.

"Sì. E a questi aggiungiamo il costo dei servizi, del cibo. In un’altra ricerca abbiamo affrontato anche il tema della crisi della grande città, se non si trova un equilibrio i giovani guardano altrove. A modelli come Copenaghen".

Da dove ripartire? O meglio, da dove partire?

"Da quello che non è stato fatto. Finora non sono stati coinvolti tutta una serie di soggetti importanti per il governo della città e soggetti positivi, come i giovani, che potrebbero aiutarci a riequilibrare la situazione ma che oggi sono in situazione di difficoltà: il 30% soffre di problemi psicofisici e fisici. Devono partecipare alla vita della città e non subirla. Nei nostri laboratori in università e nelle tesi di laurea portano spesso la loro visione di città. Abbiamo atenei multidisciplinari, perché non valorizzare le competenze che ci sono? E poi andrebbero coinvolte i tanti soggetti privati, le fondazioni delle imprese, che hanno un loro impatto culturale. Perché non metterle a sistema, facendole entrare nel circuito di sviluppo di un nuovo modello, che non sia speculativo? La cultura è una leva di sviluppo, da non trascurare".

Si deve chiedere di più a chi investe e costruisce?

"Bisogna misurare l’impatto sociale: chi investe deve entrare nella visione della città, con servizi e funzioni, non con caramelle. Anche lo skyline di Milano andrebbe un po’ ripensato, è un po’ mediocre, monotematico. Abbiamo in questa città il capolavoro di Gio Ponti, il Pirellone, la Torre Velasca. Cerchiamo di avere una visione che guardi almeno ai prossimi 10 e 15 anni. L’unico modo per risollevarci è creare una nuova alleanza sociale e un pensiero critico della città. Milano ha una storia di grande pensiero critico: ripartiamo dalla sua storia illuministica".