
Le indagini sui quattro orologi Richard Mille sono affidate alla polizia locale
Milano – Lo zaino nero marca Tom Ford è ricomparso ieri mattina davanti all’ingresso del Westin Palace. Proprio lì dov’era sparito poco più di ventiquattro ore prima. Dentro c’era pure l’astuccio con quattro Richard Mille, che, secondo quanto dichiarato dall’avvocato statunitense che ha subìto il furto, valgono 150mila euro l’uno. Totale: 600mila euro.
Peccato che la persona che ha riportato lo zaino fuori dalla hall del cinque stelle di piazza Repubblica abbia lasciato pure un biglietto scritto a mano per smentire le affermazioni del legale sull’autenticità dei cronografi ("Sono falsi") e sulla presenza di 600 dollari in contanti ("Non c’erano soldi"). Tradotto: uno dei ladri si sarebbe accorto che gli orologi non erano altro che riproduzioni non autentiche e avrebbe deciso di riportarli indietro, bollandoli come "patacche".
Sarà vero? O è il maldestro tentativo di un ragazzo (braccato dai ghisa) di sminuire la sua posizione? Lui e il complice arrestato in flagrante erano lì per caso o avevano un appuntamento per una compravendita? Domande a cui cercheranno di rispondere nelle prossime ore gli agenti della polizia locale, che hanno fatto scattare approfondimenti investigativi specifici sullo zaino e sulla refurtiva recuperati.
Innanzitutto, i ghisa guidati dal comandante Gianluca Mirabelli vogliono capire se si tratti davvero dello stesso zaino rubato all’avvocato texano. In secondo luogo, bisogna accertare se i Richard Mille riconsegnati siano effettivamente quelli sottratti al legale o se siano stati sostituiti con copie da poche centinaia di euro per sviare le indagini. Detto altrimenti: è tutt’altro che certo, al momento, che le parole scritte sul bigliettino corrispondano a verità.
Mercoledì mattina, i vigili del Nucleo reati predatori hanno bloccato in flagranza uno degli autori del colpo, il sedicente francese di 26 anni Yanic Amroune, che, stando a quanto emerso dalla visione delle immagini registrate dalle telecamere, avrebbe scelto il momento buono per far entrare in azione l’esecutore materiale del raid; quest’ultimo, che è riuscito ad allontanarsi con lo zaino, è stato riconosciuto dai ghisa come un borseggiatore seriale controllato l’ultima volta a maggio in via Foscolo. Non è finita: forse della banda faceva parte pure un terzo uomo.