NICOLA PALMA
Cronaca

Come agiscono i predoni di orologi in trasferta: dai documenti (falsi) in albergo agli assalti in centro

In manette due specialisti nordafricani dei furti di cronografi: usavano carte d’identità contraffatte. La polizia li cercava dal luglio 2022: rapinarono un Patek da 100mila euro a un manager brasiliano.

Uno dei ladri in via della Spiga prima di entrare in azione il primo luglio 2022

Uno dei ladri in via della Spiga prima di entrare in azione il primo luglio 2022

Mercoledì pomeriggio della scorsa settimana, il caldo torrido non ferma il via vai in corso Buenos Aires. Gli agenti dell’Investigativa del commissariato Greco Turro pattugliano la zona con due macchine: a un certo punto, notano due giovani nordafricani che si guardano continuamente intorno e decidono di fermarli per un controllo all’angolo con via Scarlatti. Dicono di essere cittadini francesi e mostrano sullo smartphone le foto delle carte d’identità: “Gli originali sono in albergo”.

Gli investigatori di via Perotti, guidati dalla dirigente Lorena Di Ballo, decidono di approfondire le verifiche e accompagnano i due in un ostello di via Canzio, a due passi da piazzale Loreto: lì i sedicenti transalpini hanno prenotato la stanza K per cinque giorni. I documenti ci sono, con le generalità di Imad Hari e Walid Derrich. Tutto finito? No, perché quei nomi, inseriti in banca dati, rimandano un alert immediato: sulle loro teste pende una nota di rintraccio inserita dal commissariato Centro il 13 luglio 2022. I due finiscono in Questura e poi in camera di sicurezza: le carte d’identità sono contraffatte, i ghisa dell’Ufficio falsi documentali confermano i sospetti; Hari è nato in Marocco nel 1999, mentre Derriche è di un anno più vecchio, proveniente dall’Algeria. E qui inizia la seconda parte della storia. Sì, perché il giudice della direttissima convalida i provvedimenti, ma rimette in libertà Hari e Derrich.

Per poco. Sì, perché subito dopo scatta per entrambi un fermo di indiziato di delitto: sono accusati di essere predoni di orologi di lusso, entrati in azione per due volte nell’estate del 2022 insieme ad altri complici ancora da rintracciare. Criminali specializzati, secondo gli accertamenti degli agenti del commissariato di piazza San Sepolcro coordinati dal dirigente Manfredi Fava. Criminali rimasti fantasmi per quasi tre anni e ricomparsi all’improvviso all’ombra della Madonnina. Il primo raid è datato 1 luglio: nel mirino finisce un cinquantanovenne italiano, depredato in corso Venezia di un Richard Mille inizialmente valutato 700mila euro dal proprietario (poi si rivelerà una copia non autentica regalatagli dagli amici).

All’epoca, i poliziotti seguono le tracce dei ladri attraverso le telecamere e arrivano nella stessa struttura ricettiva di via Canzio scelta pure nel 2025 da Hari e Derrich. Nel frattempo, però, i due, accortisi della non autenticità del cronografo, si sono già spostati in un altro albergo di via Stradivari. Il 3 luglio va in scena il secondo blitz, ma stavolta Derrich non fa parte della banda: alle 15, Hari e altri due prendono di mira un manager brasiliano di 63 anni, che sta passeggiando con la moglie in via San Giovanni sul Muro. Uno lo aggredisce alle spalle e lo spintona per farlo cadere, ma la vittima reagisce, pur non riuscendo a evitare che lo sconosciuto gli strappi dal polso un Patek Philippe da 100mila euro.

I tre corrono verso un palazzo di via Brentano, scavalcano il cancello, percorrono di corsa il cortile interno e sbucano in Foro Buonaparte. Colpo a segno, si torna in via Stradivari per fare le valigie e sparire con due giorni di anticipo. I loro volti, però, restano immortalati nelle immagini delle telecamere. E i documenti, fasulli, vengono archiviati. Fino al passo falso di mercoledì.